Nuovo Dpcm, le associazioni di categoria: “Condanna a morte per le imprese, subito contributi a fondo perduto e stop tasse”
Reazioni veementi all'ultimo decreto del premier Conte da parte di commercianti, artigiani, esercenti, imprenditori fiorentini
Non si sono fatte attendere le reazioni delle associazioni di categoria fiorentine alle chiusure di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie alle 18 nei giorni feriali e la domenica stabilite dall'ultimo Dpcm, allo scopo - è l'opinione del governo - di "contrastare la diffusione del contagio". Il Dpcm ha sancito anche lo stop a cinema, teatri, casinò, sale scommesse, a palestre, piscine, centri benessere e centri termali. Sospese anche le feste dopo i matrimoni.
“Questo Dpcm si accanisce ingiustamente contro le imprese anziché prendere provvedimenti incisivi sul buon funzionamento delle strutture e dei servizi pubblici, dal trasporto alla sanità - dichiara la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini- . Il Governo si ostina a considerare gli imprenditori come 'untori', quando invece sono la forza del nostro Paese e, soprattutto, quando potrebbero essere individuati altrove i comportamenti realmente irresponsabili ai fini della lotta alla pandemia. Colpisce al cuore la parte sana e pulsante della nostra Italia, lasciando invece irrisolti molti nodi cruciali della battaglia al Covid 19. Che va combattuta con tutte le armi, è vero, ma non sparando agli alleati. I Dpcm sono fuoco amico sulle imprese”.
Dpcm 24 ottobre: Ristoratori Toscani in marcia su Roma
Durissimo anche Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze: “Un lockdown mascherato. Questo decreto è una vera e propria condanna a morte per tanti ristoranti, pasticcerie, bar e gelaterie. Per colmare l’incapacità evidente del Governo di garantire il rispetto delle normative continuano ad accanirsi contro queste categorie di lavoratori. E’ assurdo”.
“Come ripartiremo dopo questo tracollo non è dato saperlo - aggiunge Sorani -. Sono stati annunciati generici indennizzi. Noi chiediamo a partire da ora contributi a fondo perduto sulla base del fatturato dell’anno precedente, il blocco totale delle tasse e delle cartelle esattoriali per il settore, lo stop ai mutui e finanziamenti, supporto per gli affitti e ovviamente la proroga della cassa integrazione a tutela del lavoro”.
La ristorazione, continua il presidente Sorani, “si è dimostrata essere un luogo sicuro, forse il posto dove esistono più procedure e controlli a garanzia della salute dei lavoratori e dei clienti. Questo decreto continua a non voler affrontare il vero problema di questa pandemia, indubbiamente per la scarsa capacità delle istituzioni di farvi fronte: la drammatica situazione del trasporto pubblico locale. E a pagare sono le imprese e i lavoratori”.
Dpcm 24 ottobre: cosa si può fare e cosa no
“Occorre che il Governo preveda un sostegno economico alle attività produttive e commerciali in rapporto alla diminuzione del fatturato non solo su base mensile, ma ponderato sulla performance annuale - chiede poi Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana -. Non esiste un settore colpito che non ne esponga un altro dell’indotto ad una flessione di fatturato: non aiuti mirati ad un settore, ma aiuti in base a diminuzione di fatturato". Nello specifico, Cioni chiede “aiuti per gli affitti da giugno a dicembre, proporzionati alla diminuzione di fatturato; facoltà di licenziamento; stop agli acconti di fine novembre per il 2021; tassazione per cassa”.
“A gennaio -prosegue il presidente degli artigiani fiorentini - scadranno le moratorie sui mutui. Non occorre rinviare la scadenza, ma che Governo, ABI e Consorzi Fidi si coordino per definire l’unica azione utile alle imprese: la rinegoziazione di tutti i mutui per diminuire (in base alla diminuzione di fatturato registrata ed attesa da ogni impresa) la rata mensile, allungando la vita del mutuo, senza spese ulteriori e a bassi interessi”. Infine, ma non ultima, “l’immediata disponibilità nelle casse di Ebret dei denari necessari per pagare la cassa integrazione artigiana per i mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre ancora scoperti” conclude Cioni.
“Questa volta non ci sono alibi - spiega infine Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana -. Conosciamo gli effetti devastanti del lockdown sulla platea delle attività che saranno chiuse totalmente o parzialmente per decreto: i 70 giorni di chiusura delle attività del commercio, turismo e servizi della nostra Regione sono costati -1,3 mld di fatturati e un altro colpo, le nostre imprese, non la reggeranno”.
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“Sono necessarie scelte non dettate solo dall'emergenza o dall'onda emotiva di queste ore, ad esempio su trasporti, scuola ed economia, ma equilibrate e mirate ad evitare un tracollo economico e sociale, mantenendo sotto controllo il sistema sanitario, perché la tutela sanitaria di ogni cittadino è la priorità, ma coniugarla con scelte che non distruggano l'economia è la vera sfida" chiosa Gronchi.
"Come Confesercenti abbiamo chiesto e chiederemo con forza e in tutte le sedi possibili, che per tutte queste imprese, entro poche ore, arrivino veri e proporzionati contributi di ristoro e dopo, solo dopo, i divieti - conclude Gronchi -. Questa volta, per le imprese del commercio, turismo e servizi, già pesantemente provate da mesi difficilissimi, non ci può essere altra versione accettabile: per noi, per i nostri dipendenti, per le nostre famiglie, per le nostre imprese”.
Le associazioni di categoria hanno calcolato che le nuove disposizioni per il contenimento del Covid-19 causeranno un’ulteriore riduzione di circa 5,8 miliardi di euro di consumi delle famiglie: l'ennesimo colpo per commercio, turismo e somministrazione, che potrebbe causare la chiusura di altre 20mila attività, portando da 90 a 110mila le cessazioni di impresa previste quest'anno; In particolare per la ristorazione, bar e pubblici esercizi è un colpo mortale, un colpo per centinaia di migliaia di imprese, ad alcuni milioni di lavoratori, alla fiducia del Paese.