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Economia

Consumi, report Confimprese: Firenze maglia nera d'Italia

Male tutte le province toscane, previsione 'nere' anche per novembre

E' stato rilasciato un report dell’Osservatorio EY-Confimprese che analizza l’andamento dei consumi di mercato di ottobre 2020 nei settori abbigliamento e accessori, food&beverage (ristorazione servita, quick service e bar) e non food (retail cosmetica, arredamento, servizi, cultura).

Grave il quadro economico emerso a livello nazionale: il calo a ottobre 2020 rispetto al 2019 si è attestato sul -24,7%, in peggioramento rispetto al -13,5% di settembre. Il progressivo annuo 2020 vs 2019 si attesta così a -33,5%. Spicca il dato fiorentino: il peggiore di tutta Italia.

I dati

Ancora in sofferenza la ristorazione a -27,2%, male anche l’abbigliamento con -26,5%, il non food contiene i danni con un -12,2%. La situazione è in decisivo peggioramento per effetto delle restrizioni adottate in ottobre con le chiusure dei centri commerciali nei week-end.

Il Travel si conferma maglia nera con -64,6% nel mese e -60,3% sul progressivo anno. Continua, dunque, la desertificazione di aeroporti e stazioni per effetto della mancanza del turismo straniero e dell’indotto nel commercio, nei bar e ristoranti, che si riflettono di conseguenza sull’intera filiera.

Firenze maglia nera d'Italia

Nei trend per regioni, peraltro, la Toscana registra -27,6% e Firenze si riprende lo scettro di peggiore città, con -42,8% e -41% nel progressivo annuo (seguita da Genova con -37,6%, Brescia -36,3% e Milano -36,2%)

Ma sono tutte le province toscane che performano male, con ad esempio Livorno a -24,4% e Lucca -25,9%.

Novembre, primi dati negativi

Inoltre, da una flash survey del centro Studi Confimprese emerge che nelle prime 2 settimane di novembre le politiche restrittive impattano fortemente sulle performance del comparto retail ristorazione e non food.

Si accentuano le criticità del settore ristorazione con un trend fortemente negativo nelle vendite e una flessione media del -46,7% rispetto al periodo corrispondente del 2019.

L’abbigliamento e accessori vede contrarsi le vendite del -48%, il non food limita i danni con un calo delle vendite pari al -19,3%.

Male anche le rilevazioni nei centri commerciali, che evidenziano un calo degli ingressi rispettivamente del 51% nella prima settimana di novembre con ulteriore aggravamento al 60% nella seconda, cosa che fa presagire un fine mese ancora più negativo.

Crisi Covid: Toscana, bruciati 10 mld di consumi

"Il mese di ottobre gela la lenta ripresa dei consumi – commenta Mario Maiocchi, direttore Centro Studi Confimprese –. L’introduzione di misure restrittive nelle grandi superfici di alcune regioni e nella ristorazione, insieme a un clima di preoccupazione per il rinvigorire dei contagi e alla confusione generata nei consumatori da un susseguirsi di regole e limitazioni in continuo cambiamento e sovrapposizione nazionale, regionale e comunale, hanno contribuito a questa brusca inversione di trend. Il timore è che si possa prospettare ancora per i prossimi mesi un’alternanza di periodi simili al primo lockdown (-77,9%) e al post lockdown (-21,4%) con le pesanti conseguenze che si possono immaginare sulla tenuta del settore".

"Le vendite dei settori retail non-food e ristorazione – dichiara Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy EY – hanno dimostrato di essere fortemente legate alle misure di limitazione dell’apertura dei punti vendita, mentre il consumatore ha dimostrato che, ove possibile, vuole ritornare a spendere e ad avere una vita sociale. Per il mese di novembre prevediamo cali differenziati a seconda del tempismo delle regioni nell’adottare le misure restrittive alle varie attività commerciali. Per fare un esempio, già ad ottobre si registrano 20 punti di differenza nella ristorazione tra il canale peggiore, high street -39%, e il migliore, outlet -19%".

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