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Economia

Caro prezzi: toscani costretti a tagliare la spesa alimentare. Boom dei discount

I rincari peseranno 650 euro in più a famiglia: quanto è cresciuto il prezzo dei beni di consumo

Il caro prezzi costringe i toscani a tagliare anche i costi della spesa alimentare. La diminuzione dei beni acquistati è del 3,3%. E' quanto emerge dai dati Istat sui primi nove mesi del 2022 rispetto al 2021, secondo un’analisi di Coldiretti Toscana.

Una conseguenza che ha portato i toscani a spendere di più dove il cibo costa meno: al discount. L’impatto dell’inflazione causata soprattutto dall'aumento dei prezzi dell'energia (+4,3%) è evidente dal fatto che – sottolinea Coldiretti Toscana – gli acquisti di cibo low cost fanno segnare un balzo del + 9,7%.

Spinte dai rincari, così, le famiglie in difficoltà orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. I consumatori – sottolinea Coldiretti Toscana – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.

E il caro prezzi avrebbe orientato anche alcune scelte commerciali delle catene di discount, dalle vendite sottocosto ai buoni spesa, che si aggiungono ai tradizionali 3x2 e alle raccolte punti.

Tra i prodotti che hanno subito i maggiori rincari, secondo l'analisi di Coldiretti sui prezzi medi della provincia di Firenze che arrivano dall’Osservatorio dei Prezzi del Mise, c’è in testa l’olio di semi di girasole che da gennaio a settembre ha subito una impennata del 118% passando da un prezzo medio di 1,55 euro a 3,39 euro a litro.

Rincari a doppie cifre hanno interessato altri prodotti come la farina di frumento (+54%), la passata di pomodoro (+46%), i pomodori pelati (+46%), la pasta di semola di grano duro (+42%), il riso (+33%), il burro (+31%) ma anche il pane (+23%) e lo yogurt (+22%) che costringeranno le famiglie toscane a spendere una media di 650 euro in più per mangiare durante l’anno.

Ad essere sotto pressione è l'intera filiera agroalimentare: gli aumenti dei costi vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti riguardano anche l’alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica.

“Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana -  Occorre inoltre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni da noi sostenuta a tutela delle imprese agricole e della dignità del settore”.

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