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Economia

Caro carburanti: i benzinai annunciano lo sciopero

La corsa dei prezzi non rallenta: in Italia un pieno costa 6,9 euro più della media europea. Il governo valuta correttivi, i consumatori protestano

Il caro carburanti accende i motori della polemica, con proteste che giungono da ogni dove dai consumatori ai trasportatori e ai benzinai. Questi ultimi, presi a bersaglio dalle contestazioni degli automobilisti, con le loro organizzazioni Faib, Fegica Figisc hanno annunciato uno sciopero per il 25 e il 26 gennaio, con presidio a Roma davanti a Montecitorio, sede della Camera dei deputati. "Basta con questa ondata di fango", incalzano.

Ieri è arrivata anche una doppia mossa del governo: l'annuncio da parte del ministro dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti di una disponibilità a valutare la riduzione delle accise, e la convocazione partita direttamente da Palazzo Chigi per i rappresentanti dei benzinai.

L'obiettivo dell'incontro fissato dal governo per stamani 13 Gennaio alle 11:30 è quello di mediare rispetto all'annuncio dei due giorni di sciopero. Al tavolo è prevista la presenza dello stesso ministro Giorgetti e del ministro per il Made in Italy Adolfo Urso, insieme con il sottosegretario Alfredo Mantovano.

Intanto la corsa dei prezzi ieri ha presentato segni di rallentamento negli Stati Uniti. Ma non qui. Secondo Assoutenti, in Italia un pieno costa circa 6,9 euro più della media europea. La fiammata dei carburanti, certo, e le accise compresa quella per la guerra d'Abissinia tornate a pieno regime dopo la fine dello sconto prima di 30 e poi di 18 centesimi.

I consumatori si trovano alle prese adesso col prezzo pieno, con la benzina verde il cui prezzo al litro sempre secondo Assoutenti è in media di 1,891 euro al litro. 

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