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Economia

Airbnb e affitti brevi, si cambia: cosa prevede la nuova norma del governo

Deluso Palazzo Vecchio, che chiedeva l'estensione della 'norma Venezia'. Delusi gli albergatori: "Mossa gattopardesca, resta tutto com'è"

Ha iniziato ieri a circolare la bozza del disegno di legge del governo che, a firma della ministra del turismo Daniela Santanché, modifica alcune norme del vasto universo degli affitti brevi, che riguarda molto da vicino una città come Firenze, a partire dagli oltre 8mila alloggi presenti ad esempio sulla piattaforma Airbnb.

Secondo quanto emerso finora, una delle novità più importanti del disegno di legge riguarda, all'articolo 4, l'introduzione della permanenza minima di due notti, nei centri storici delle Città metropolitane e nei comuni ad alta densità turistica, che sono stimati in poco meno di un migliaio (restano esclusi dal divieto i nuclei familiari composti da almeno un genitore e tre figli, che potrebbero continuare a pernottare anche una sola notte, e i piccoli comuni, quelli sotto i 5mila abitanti).

Sono però emerse già diverse critiche alle misure, in particolare dagli albergatori, per i quali le restrizioni introdotte sarebbero troppo blande. Malumore emerge anche da Palazzo Vecchio, visto che il sindaco Dario Nardella ha sempre invocato l'estensione anche per Firenze della cosiddetta 'norma Venezia', che dà alla città lagunare la possibilità di intervenire per regolare il settore.

Federalberghi critica

Dal presidente di Federalberghi Toscana - Confcommercio Daniele Barbetti emerge "rabbia e delusione", a nome degli albergatori toscani affiliati all'associazione di categoria.

"La montagna ha partorito il topolino. E' un provvedimento non all’altezza, pare un modo gattopardesco per lasciare tutto com'è", dice Barbetti, che chiede misure più incisive "per intervenire davvero in una materia complessa, che da troppi anni non solo inquina il mercato della ricettività con i problemi di concorrenza sleale e di abusivismo, ma rende impossibile qualsiasi pianificazione o gestione dei flussi turistici".

Con conseguenze che, in città ad alta vocazione turistica come Firenze, per Barbetti portano a "emorragia di residenti dai centri storici, speculazioni immobiliari, impoverimento della rete commerciale di vicinato, sovraffollamento concentrato in alcune aree e orari".

Barbetti ricorda che "con quasi 60mila (59.058) unità locative offerte sul web, la Toscana è la regione con il più alto numero di annunci di locazioni turistiche sul portale Airbnb. Un mercato con molte zone d’ombra". Secondo l’indagine di Federalberghi nazionale, "Firenze è al terzo posto nella classifica dei comuni turistici con maggiore offerta di alloggi disponibili per affitti brevi (se ne contano 8.454), subito dopo Roma (19.336) e Milano (12.264). La città è terza anche per il loro tasso di occupazione, pari all’83%. Vale a dire che oltre otto posti letto su dieci tra quelli disponibili nella rete degli affitti turistici brevi vengono effettivamente venduti ai turisti. Un tasso di occupazione superiore lo registrano solo Roma (88%) e Positano (84%). Un mercato confuso che nascondono molte zone non chiare".

"La permanenza media negli esercizi ricettivi italiani è di 3,3 notti, quindi fissare a due notti il soggiorno nelle locazioni turistiche suona come una presa in giro", commenta ancora il presidente di Federalberghi, anch'egli richiamando alla "necessità di conferire un ruolo più forte ai sindaci. Devono avere piena facoltà di governare il territorio".

Infine, il capitolo controlli e sanzioni: “Certezza e adeguatezza della pena sono gli unici deterrenti validi contro abusivismo e concorrenza sleale. Comminare multe di tremila euro alle multinazionali del web è ridicolo, certo non si lasceranno spaventare da questo”.

Il Sunia: "Proposta indecente"

Forti perplessità, per usare un eufemismo, arrivano anche da Cgil e Sunia Firenze, sindacato degli inquilini. “Le anticipazioni stampa sulla nuova legge preparata dal Ministero del turismo, riguardo la regolamentazione degli affitti brevi, ci mettono di fronte a una proposta indecente che prevedrebbe il minimo di due notti nei centri storici delle grandi città e nei comuni ad alta densità abitativa, senza intaccare in nessun modo la speculazione sulle locazioni turistiche tramite piattaforma”, scrivono in una nota Cgil, Filcams Cgil e Sunia Firenze.

“I temi della residenzialità, dell’overtourism, della crisi degli alloggi, della negazione del diritto allo studio, dell’espulsione dei residenti dalle città metropolitane e d’arte, non solo non vengono toccati, ma addirittura - proseguono -, vengono ribadite le scelte normative che hanno portato a queste condizioni. Nessuno strumento e nessuna facilitazione viene di fatto concessa ai Comuni per cercare di governare questo fenomeno che tanti disagi sta creando ai residenti, ma soprattutto ha generato una crescita irresponsabile degli affitti e sottratto tutti gli alloggi alla disponibilità di famiglie e lavoratori. Siamo in assoluta controtendenza rispetto a quanto sta accadendo nelle maggiori città europee”.

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