Bekaert, lo spiraglio: due possibili investitori
Concluso il tavolo odierno convocato al Mise
Incontro quest'oggi al ministero dello sviluppo economico per la Bekaert di Figline Valdarno (FI) che, ad oggi, conta ancora 120 lavoratori in cassa integrazione. Da remoto erano collegate Regione, Comune di Figline-Incisa Valdarno, l'azienda, l'advisor Sernet incaricato alla reindustrializzazione, Invitalia e le organizzazioni sindacali.
Il piano di Trafilerie Meridionali, presentato nell'ottobre 2019, è stato approfondito nei dettagli e poi analizzato da Invitalia per una valutazione preliminare. Il gruppo Jindal, nel settembre 2020, è stato inserito nel tavolo di discussione attraverso la controllata JSW di Piombino, in quanto interessata ad integrare la propria presenza nel mercato su due fronti che possono implicare la reindustrializzazione della Bekaert di Figline: la produzione di cavi per le telecomunicazioni con un partner industriale, OBSA, che realizza macchine e impianti per la produzione di cavi in rame e che ha visitato lo stabilimento di Figline nell'ottobre 2020; e la produzione di hose wire con Trafilerie Meridionali per avere una verticalizzazione fino al trafilato e uno sbocco per il mercato della vergella prodotta a Piombino.
I commenti dei sindacati
"La ripresa del dialogo è positiva, visto anche la novità della presentazione dei nomi di 2 possibili investitori, contattati nella mattinata dal governo che hanno confermato interesse - dichiara Alessandro Beccastrini, segretario generale Fim-Cisl Toscana - . Forte preoccupazione però per la posizione netta della Bekaert di non andare oltre la data del 4 maggio. Adesso il ruolo del governo è fondamentale perché deve presentare al più presto alla multinazionale belga avanzamenti concreti che possano convincerla a usufruire di altro tempo attraverso la cassa covid possibile dopo il ‘Decreto ristori’. In tal senso è ancor più fondamentale l'accordo del 24 febbraio firmato da Fim e Uilm, che permette oggi di sedersi ad un tavolo con i lavoratori ancora in costanza di rapporto di lavoro".
Per la Cgil ha espresso preoccupazione per il territorio Elena Aiazzi della segreteria della camera del lavoro di Firenze, e Silvia Spera della Cgil nazionale ha aggiunto: “È grave l'atteggiamento della multinazionale che dopo aver unilateralmente deciso la chiusura dello stabilimento fiorentino per trasferire le produzioni in Romania oggi a fronte di possibili interessamenti industriali decida di non ritirare i licenziamenti nonostante la possibilità di fruire degli ammortizzatori previsti dal decreto Sostegni approvato in questi giorni. Oggi in questa situazione data dalla pandemia, tutti sono chiamati a fare la loro parte, la Bekaert ritiri i licenziamenti e favorisca il proseguo industriale e occupazionale".