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Economia

Aumento Tari e tassa di soggiorno: imprese e artigiani sul piede di guerra

Federalberghi: "Pasqua amara", Cna: "Aumenti perchè sui rifiuti non c'è visione del futuro"

"Si prepara una Pasqua davvero amara per le imprese alberghiere fiorentine. La 'sorpresa' nel nostro uovo stavolta la ha messa il Comune. E a dire il vero si tratta di una sorpresa doppiamente amara: da un lato la stangata sulla tassa di soggiorno, dall'altro l'aumento della Tari, che colpisce tutto il mondo dell'impresa, a cui si continua a chiedere sempre di più". Così il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi, sull'aumento della tassa sui rifiuti e quella di soggirono decise da Palazzo Vecchio.

"Tutto a fronte di un aumento della spesa pubblica e dei costi di gestione di cui noi siamo poi chiamati a rispondere. Senza tener conto - continua Bechi - di una situazione di grande complessità in cui ci troviamo. Forse è ora di ripensare le scelte in termini di spesa pubblica e di tassazione, perché il sistema delle imprese non può reggere questa pressione e la necessità è invece quella
di invertire la rotta e ridurre il peso degli oneri a nostro carico".

Stilettata anche dal presidente di Cna Firenze, Giacomo Cioni, manda più di una stilettata dopo il via libera agli aumenti delle tariffe formalizzato due giorni fa dal voto in Consiglio comunale. "Si continua, anno dopo anno, a non avere alcuna visione del futuro e, a fronte dell'assenza di un piano rifiuti una volta per tutte adeguato alle esigenze della nostra regione, scattano gli aumenti Tari come quello stabilito dal Comune di Firenze" afferma Cioni.

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"Quello che le imprese chiedono, invece, è una diminuzione dei costi, pena la perdita di competitività del nostro sistema economico. L'aumento dei costi si riverserà inesorabilmente sul prezzo dei prodotti e servizi offerti dalle imprese senza che, per questo, le stesse possano godere di una crescita degli introiti. Insomma, invece che spengerla, gli enti locali cavalcano l'inflazione" aggiunge.

La questione Tari, quindi, diventa per Cna l'occasione per fare un ragionamento più generale sulla questione ambientale. E qui Cioni punge ancora: "Il paradosso è che la transizione ecologica, così cara a Palazzo Vecchio, fallisce anche attraverso queste scelte, o meglio mancanza di scelte, che invece, con una gestione ecologica e adeguata dei rifiuti, potrebbe essere facilitata".  E ancora: "La Firenze green? Appare sempre di più uno slogan o, nella migliore delle ipotesi, una buona intenzione slegata dallo stato dell'arte che attesta, invece, la mancanza delle infrastrutture necessarie ad una svolta ecologica".

"Si discute di scudo verde, blocco diesel euro 5, ma quante colonnine di ricarica esistono in città? - chiede poi Cioni - Nei 14 posteggi di Firenze Parcheggi, stando a ciò che il sito della società riporta, solo 4 e alla stazione di Santa Maria Novella, anche se nella sezione scelte green e certificazioni, se ne enumerano 19, presumibilmente in via di attivazione".

Cna, infine, torna a chiedere che il piano dei rifiuti "sia basato su un cambio di paradigma, che trasformi ciò che oggi è visto come un costo nell'opportunità offerta dalla termovalorizzazione, cui ricorrere al netto dei recuperi dell'economia circolare e di un'adeguata raccolta differenziata". L'associazione chiede anche uniformità delle tariffe su tutta l'area metropolitana (prendendo a riferimento le tariffe più basse dei Comuni più virtuosi) e che "smettano di essere stabilite, a piè di lista, sulla base delle spese sostenute dal soggetto gestore".

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