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Economia

Albergo si trasforma in stagionale: da lavoratori “fissi” a tempo determinato

Protesta la Filcams Cgil: “Questo caso dimostra il contrario rispetto alle campagne mediatiche sulla mancanza di personale nel turismo”

Da attività continuativa a stagionale. Un cambio radicale che avviene, precisa la Cgil, all'interno dell'albergo Il Mulino, un quattro stelle superior in Via Villamagna. Una trasformazione che comporta un cambio anche nei rapporti di lavoro con i dipendenti - lavoratori a tempo indeterminato - a cui è stato offerto un contratto a tempo determinato di tipo stagionale. “Sono nove le lavoratrici ed i lavoratori che avevano un contratto a tempo indeterminato e che adesso diventano stagionali, cioè precari (ma alcuni di loro sono già in cerca di altri datori di lavoro)” precisa il sindacato in una nota. 
 
Al Mulino, dopo l’apposita richiesta allo Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap), “si è passati da una attività alberghiera annuale ad una di tipo stagionale, con la struttura che starà aperta soltanto alcuni mesi dell’anno. Quella del Mulino è una richiesta di stagionalità che non ci ha mai convinto, anche e soprattutto perché la caratteristica principale del turismo alberghiero fiorentino non è certo quella della stagionalità. Semmai, pensiamo che si sia semplicemente voluto fronteggiare il calo dei flussi turistici con la stagionalità. Tutto ciò è inaccettabile. Durante la trattativa tra azienda e sindacati, in ambito di Unità di crisi presso la Città metropolitana di Firenze, si è richiesto l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per garantire la continuità occupazionale, ma l'azienda ha perseguito, imperterrita, la strada verso i licenziamenti e la precarizzazione del rapporto di lavoro. In quell'ambito abbiamo richiesto all’amministrazione comunale di Firenze di fare particolarmente attenzione alle richieste di stagionalizzazione delle strutture alberghiere, poiché queste scelte hanno degli impatti negativi sui lavoratori e lavoratrici licenziando e precarizzando i loro rapporti di lavoro, come dimostra la vicenda il Mulino. Insomma, la campagna mediatica in base a cui “non si trovano addetti nel turismo perché preferiscono prendere il reddito di cittadinanza” è una semplificazione e una strumentalizzazione bella e buona, il problema è piuttosto che si precarizza e si svilisce sempre di più il lavoro; il punto vero sta nella qualità del lavoro e delle retribuzioni, nell’impoverimento delle condizioni di lavoro e dei salari”.

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