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Agricoltura: “Annata da dimenticare per i coltivatori toscani”

Confagricoltura Toscana: "Per il 2020 chiediamo più attenzione: sostegni alle imprese e difesa delle nostre culture col marchio Toscana"

I cambiamenti climatici cominciano a pesare soprattutto sulle produzioni agricole locali. A fine anno si fanno i conti e, per voce del Presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, si può anche stilare un bilancio del settore agricolo toscano dell'annata che va a chiudersi. 

“I cambiamenti climatici non sono più una teoria ma una realtà che gli agricoltori ormai pagano di tasca propria a ogni evento calamitoso. Anche quest’anno siamo qui a fare i conti con danni da maltempo che rischiano di mettere in ginocchio decine di imprese agricole perché si sommano alla politica di strozzinaggio sui prezzi che ci viene imposta dal sistema della distribuzione. Un combinato-disposto che sta piegando le gambe a molti di noi”.

“Quello che più ci fa male però non sono i colpi che stiamo subendo al portafoglio ma quelli indirizzati al nostro cuore di toscani- spiega Neri - , perché la politica è distratta e non si rende conto che ogni azienda agricola cancellata dalla Toscana è un presidio sociale, economico e ambientale che viene tolto di mezzo”. “Per questo augurando un buon 2020 a tutti i toscani e ai miei colleghi contadini - aggiunge Neri - voglio fare anche un appello sia alla Regione che alle istituzioni locali: difendete i nostri agricoltori perché in questo modo difenderete la natura e la qualità della vita di tutta la Toscana!”.

“In concreto - conclude Neri - noi chiediamo politiche attive a sostegno del mondo agricolo sia con azioni difensive nei confronti delle nostre produzioni di alta qualità che la distribuzione deprezza in modo continuativo impedendo all’impresa agricola di fare reddito, sia con azioni di aiuto e promozione del marchio Toscana in maniera tale da consentirci di confrontarci nei mercati nazionali e esteri alla pari con gli altri. Infine con misure ad hoc per quelle imprese agricole che operano in aree svantaggiate o marginali della Toscana riconoscendo coi fatti che la loro azione è indispensabile a salvaguardare l'equilibrio ecologico di tutta la regione”.
 

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