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Cucina

Pizza, l'asso don Antonio Starita alla Buoneria: tra segreti e cornicioni 

Il maestro dell'arte partenopea si è messo davanti al forno per far degustare i suoi cavalli di battaglia, tra cui la pizza fritta

"Il segreto non si rivela, io non chiedo come fate la bistecca alla fiorentina". E' veracissimo, geloso delle sue tradizioni, scherzoso e a tratti scaramantico, il guru della pizza don Antonio Starita. Ieri è stata una lunga giornata per il maestro dell’arte partenopea in visita in città. Dopo una prima tappa alla Fortezza da Basso, dove ha partecipato all’iniziativa “Le Delizie di Leonardo Romanelli”all'interno della Mostra dell'Artigianato, ha poi passato la serata davanti al forno a legna che tante soddisfazioni gli ha regalato negli anni. Un bagaglio di cucina tradizionale che si porta dietro e si tramanda dal 1901. Partendo dal quartiere Materdei a Napoli per entrare a Milano e sbarcare fino a New York. 

Starita ha svolto, tra le mura della Buonerìa – la pizzeria d’ispirazione napoletana da poco inaugurata nell'area del Fosso Bandito-,  un laboratorio culinario per un numero ristretto di commensali. In tavola ha presentato i suoi piatti forti. E non poteva mancare il cavallo di battaglia: la pizza fritta.  Per intendersi quella da "passeggio".

Il noto mastro dell’arte bianca, che ha voluto precisare come gli ingredienti siano quelli "tipici" della gastronomia partenopea, ha quindi preparato montanare, fritti e una sua pizza signature. Non facendo notare, forse volontariamente, leggerezza e struttura del cornicione. Per chiudere ha poi addolcito gli ospiti con alcuni dessert tipici della cucina napoletana: pastiera, babbà e sfogliatella frolla.

 

Don Antonio Starita alla Buoneria

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