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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Via di Sollicciano

Allarme a Sollicciano: il carcere infestato dalle zecche dei piccioni

La Uil lancia l'allarme contro le zecche portate dai piccioni all'interno dell'istituto penitenziario. Si chiede vengano istallati dei dissuasori per risparmiare sulle disinfestazioni

Il carcere di Sollicciano oltre ad essere ingombrato ed occluso dalla miriade di detenuti, ora è anche infestato dalle zecche di piccioni. “Un’importante presenza” ha quantificato la Uil che per mano del proprio segretario, Eugenio Sarno, ha mandato un invito alle autorità.
“ Raccogliamo e sosteniamo l’allarme lanciato dagli operatori giuridici - pedagogici di Sollicciano – sottolinea SARNO – che hanno direttamente rilevato la presenza di nidi, residui nidiacei e di escrementi di piccioni negli ambienti penitenziari tanto che si è dovuto procedere alla chiusura preventiva e cautelare per la disinfestazione di una sala colloqui ubicata presso l’infermeria del carcere. E’ del tutto evidente che in una situazione igienico- sanitaria già compromessa dal sovraffollamento ogni ulteriore elemento critico potrebbe far precipitare la situazione”.

RICHIESTA - Il sindacato ammette che il  problema sia diffuso in più penitenziari ricordando al tempo stesso la pericolosità delle possibili patologie infettive, in taluni casi mortali. La richiesta non si ferma all’allontanamento dei volatili ma all’istallazione di dissuasori sulle mura, o dove si riscontrino nidificazione, per evitare la posa dei pennuti. Questo farebbe risparmiare anche sulle successive disinfestazioni nel carcere.

“Questo potrebbe apparire – conclude il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari – un problema di second’ordine rispetto alle tante criticità del pianeta carcere.  Purtroppo l’esaurimento dei fondi per l’approvvigionamento del materiale di pulizia e gli effetti del sovrappopolamento hanno dirette conseguenze sulla salubrità e l’igiene dei posti detentivi e dei luoghi di lavoro. Pertanto è doveroso monitorare , prevenire ed eliminare tutti i possibili focolai patologici , auspicabilmente attraverso azioni sinergiche tra autorità penitenziarie ed autorità sanitarie“.
 

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