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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Centro Storico

Napolitano a Firenze. Dalla folla: “Presidente ci protegga, resista”

Il Presidente della Repubblica riceve davanti alla basilica di Santa Croce il sostegno dei presenti: "Presidente ci protegga, resista". A Napolitano è stato fatto omaggio di una copia autentica del decreto sul Tricolore del 1859

"Presidente ci protegga, resista”, qualcuno urla dalle scalinate della basilica di Santa Croce quando esce Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica saluta la folla sale in macchina e va in albergo. Si è concluso così il primo appuntamento ufficiale della tre giorni fiorentina del Capo delle Stato, tra la gente acclamante. E dire che il cerimoniale era partito in sordina; se togliamo il lungo applauso ricevuto alla stazione di Santa Maria Novella all’arrivo della Freccia Rossa “presidenziale”, in piazza Santa Croce, dove Napolitano ha assistito nella sala del Cenacolo della basilica al convegno “Firenze, Bettino Ricasoli, l'Unità d'Italia” (il primo appuntamento ufficiale in agenda), la presenza del pubblico era scarsa. Tantissime invece le autorità politiche locali e regionali, in doppio petto e con le coccarde tricolori spillate alla giacca. Imponente ma discreto il servizio di sicurezza: dai cani labrador antiterrorismo, alle guardie in divisa antisommossa, alla scorta personale del titolare del quirinale.

ROSSI E RENZI - In prima fila per il rito del saluto istituzionale il presidente della Regione Enrico Rossi ed il sindaco di Firenze Matteo Renzi. “Tutti riconosciamo – ha dichiarato Rossi – al presidente Napolitano di avere svolto una funzione straordinaria nel celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia. Rimane il garante dell’Unità d’Italia, del paese, e credo che questo sia importante oggi per la crisi economica e sociale che attraversiamo, per i rischi di spinte centrifughe che a volte avvertiamo”. Il presidente della Regione si è poi soffermato sul ruolo fondamentale svolto dell'Italia centrale per gli equilibri del paese: “Firenze è stata una delle capitali d'Italia e la volontà del presidente di farci visita e di celebrare la città ci fa onore e ci conferisce anche un ruolo decisivo. Se vogliamo entrare nel merito, penso che l'Italia centrale per le sue caratteristiche, per la sua medietà, per la sua appartenenza ai valori nazionali, per il suo tessuto economico e sociale fatto di piccole imprese ma anche per la sua cultura, sia un punto fondante dell' unità nazionale; tra un nord con qualche spinta che tende a staccarsi troppo, ad andare un po’ da sé, e un sud con caratteri a volte troppo assistenzialistici, il centro si propone come un punto importante di riferimento”.

Napolitano in Santa Croce

Accanto al presidente regionale il primo cittadino fiorentino: “siamo molto orgogliosi di offrire un programma che coinvolgerà il presidente con le istituzioni culturali della città, dalla Aida del Maggio e del maestro Zubin Mehta, alla visita all’Istituto Geografico Militare, l’Accademia dei Georgofili. L’evento più forse più importante dentro al Salone dei Cinquecento quando il Capo dello Stato risponderà alle domande degli studenti a braccio. Vogliamo presentare una città universitaria, che mostra un volto diverso dal solito”.
SALA DEL CENACOLO - Fatti i saluti di rito, il presidente Napolitano è entrato nel Cenacolo della basilica di Santa Croce, uno spazio che ricorda in ogni suo centimetro tutti i perché il mondo ama e invidia Firenze. Un luogo quasi mistico in cui l’uomo si mescola con la perfezione e l’armonia della linea. Inizia il convegno su Ricasoli. Napolitano è seduto su una grossa poltrona color oro al centro della sala, di fronte ai relatori; ai suoi lati gli immancabili corazzieri.

E’ il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani a fare gli onori di casa. Poi è la volta di tre lectio: si susseguono sul podio Il professor Cosimo Ceccuti, ordinario di storia del Risorgimento e presidente della fondazione Nuova Antologia, il professor Sandro Rogari, ordinario di storia contemporanea e per ultimo Ugo De Siervo, presidente emerito della Corte Costituzionale. Alla fine dei lavori Napolitano è stato omaggiato di una copia autentica del decreto sul Tricolore del 1859, ritrovato nell'Archivio storico del Comune. “Il presidente ha scelto una data davvero particolare - ha detto Giani – esattamente l’undici maggio di cento cinquantadue anni fa Bettino Ricasoli, dopo la fuga del Gran Duca, assunse la guida morale del governo provvisorio della Toscana. E proprio l’undici di maggio, uno dei primi atti di quel governo provvisorio fu l’approvazione del tricolore come bandiera della Toscana”.
SALUTI - Alla fine del convegno il Capo dello Stato ha fatto una breve visita all’interno della basilica. Il primo appuntamento volge al termine. Gli ultimi saluti e le strette di mano di rito, e poi di nuovo in piazza Santa Croce, ora più calda, con le transenne ed i gradini gremiti. Il presidente sorride, ringrazia per l’affetto. Qualcuno urla “tieni duro”, ma la macchina è già partita.
 

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