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Cronaca

Virus respiratorio neonati: il Meyer sviluppa un tampone unico per scovare Covid e sinciziale

Prima volta in Italia. Azzari: "Quest'anno ricoveri quadruplicati per sinciziale"

Un tampone molecolare unico per rilevare contemporaneamente e rapidamente la presenza del Coronavirus e dell'Rsv, il virus respiratorio sinciziale responsabile dell'epidemia di bronchioliti che sta colpendo tanti piccolissimi e che ha messo a dura prova la capacità di accoglienza di molti ospedali, compreso l'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Una piccola rivoluzione procedurale che - riporta l'agenzia Adnkronos - permette di isolare immediatamente i casi positivi, attraverso la creazione di percorsi separati che tutelano tutti i piccoli pazienti e le famiglie che si rivolgono all’ospedale.

La novità è stata messa a punto dal team del Laboratorio di Immunologia del Meyer, guidato dalla professoressa Chiara Azzari: per la prima volta, in Italia, è possibile fare diagnosi differenziale attraverso un unico prelievo e un’unica analisi.

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"Abbiamo fatto tesoro della lezione che ci è stata impartita dalla pandemia – spiega la professoressa Azzari all'Adnkronos – e abbiamo imparato quanto sia importante avere dalla propria parte il fattore tempo: riuscire a scoprire immediatamente i casi positivi con il tampone effettuato all’ingresso in ospedale ci permette di organizzarci al meglio e di proteggere i bambini che non hanno contratto l’infezione".

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Non è la prima volta che i ricercatori guidati dalla professoressa Azzari si mettono al lavoro per proteggere il Meyer. In piena pandemia, il Laboratorio ha ideato Uffa, un kit che permette di effettuare un autotampone nasale: attraverso questo sistema, tutti gli operatori hanno potuto monitorare costantemente la loro negatività al virus, mantenendo al sicuro i bambini ricoverati.

Boom virus sinciziale

Il virus respiratorio sinciziale, spiega ancora l'Adnkronos, è molto aggressivo nei bambini più piccoli, soprattutto sotto l’anno di età. Tutti i bambini ricoverati necessitano di un'assistenza respiratoria, che prevede l’utilizzo dell’ossigeno in alti flussi o il casco; nel 20% dei casi, i più gravi, è necessaria la terapia intensiva e il bambino deve essere intubato. Questo virus ha un andamento stagionale, collocato di solito tra dicembre e marzo. Quest’anno ha fatto la sua comparsa fin dal mese di ottobre, facendo registrare, in questo periodo, un boom di ingressi al Pronto soccorso e un aumento importante di ricoveri, anche intensivi.

"Negli anni scorsi – spiega ancora la professoressa Azzari all'Adnkronos – avevamo 30-40 bambini ricoverati ogni mese. Quest’anno, solo in questa porzione del mese di novembre, ne abbiamo ricoverati 130, il che significa quattro volte in più rispetto alla media".

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