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Cronaca

Violenza di genere: boom di denunce per atti persecutori, violenze sessuali e maltrattamenti in famiglia

I dati forniti dalla presidente del tribunale di Firenze Marilena Rizzo, a un anno e mezzo dalla nascita della sezione specializzata

Sono in netto aumento, nei primi sei mesi del 2018, le denunce delle donne contro atti persecutori, violenze sessuali e maltrattamenti in famiglia. I dati li ha forniti questa mattina la presidente del tribunale di Firenze Marilena Rizzo, in occasione dell'incontro in prefettura sui temi della violenza di genere e degli orfani dei crimini domestici.

L'aumento delle denunce, ha tenuto a sottolineare Rizzo, è concomitante alla nascita di una sezione del tribunale specializzata al contrasto della violenza di genere, a confermare come una diversa organizzazione degli uffici di una corte possa fare la differenza.
Dal 1° gennaio 2018 il foro fiorentino conta infatti tre sezioni dibattimentali specializzate, una delle quali appositamente dedicata ai reati connessi alla violenza di genere.

“Abbiamo preso in esame in particolar modo quei reati che costituiscono l'humus degli episodi di femminicidio e che avvengono in ambito familiare”, ha detto Rizzo, riferendosi in particolare alla violazione degli obblighi di assistenza e ai maltrattamenti in famiglia.

Nel 2018, con la nuova sezione, si è avuto un incremento del 13% dell'espletamento dei procedimenti sulla violazione degli obblighi di assistenza e un +50% delle condanne. In relazione ai maltrattamenti in famiglia, invece, i due indicatori fanno segnare rispettivamente un +63% e addirittura un +162%.

“Per quanto riguarda le misure preventive, nel 2018 sono stati applicati il 67% in più di allontanamenti di casa. Inoltre mentre nel 2017 non era stato emesso nessun divieto di avvicinamento dai luoghi frequentati dalla persona offesa, l'anno scorso questa misura è stata applicata 18 volte”, aggiunge Rizzo.

Toscana: in dodici anni oltre 100 femminicidi

Quanto a denunce e nuovi procedimenti incardinati, nel 2018 sia in sede di giudice per le indagini preliminari che di dibattimento si è registrata una sostanziale riduzione dell'afflusso di nuovi casi.

Nei primi sei mesi del 2019 c'è stato invece un netto aumento: +66% di atti persecutori, +50% di episodi di violenza sessuale, +60% di maltrattamenti in famiglia giunti davanti al gip (giudice per le indagini preliminari), +22% di violazioni degli obblighi di assistenza e +18,5% di maltrattamenti arrivati al dibattimento.

“È un fenomeno che emerge, mi auguro, più per l'aumento delle denunce che non degli episodi in sé” commenta Rizzo. La presidente fa sapere, inoltre, che dallo scorso aprile grazie a un protocollo con la procura il tribunale di Firenze ha sancito che il pubblico ministero che si occupa delle indagini preliminari segua l'accusa durante tutto il dibattimento. “Diversamente, cambiare persona comporta una perdita preziosissima di dati. E ciò va a detrimento della qualità dell'attività istruttoria e dibattimentale”.

“Siamo preoccupate per lo stop sostanziale al piano antiviolenza varato dal precedente governo (Gentiloni, ndr), i cui soldi sono ancora bloccati, non sono ancora stati distribuiti alle Regioni, e dalle Regioni potranno essere spesi, quindi, sostanzialmente nel 2020. E questo malgrado il fatto che questi fondi sono stati stanziati nel 2018”, ha aggiunto la senatrice Valeria Valente (Pd), presidente della commissione di inchiesta sul femminicidio e della violenza di genere e anche lei presente questa mattina all'incontro di Firenze.

La vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni ha denunciato invece il ritardo sulle risorse aggiuntive attese dal governo per il contrasto alla violenza di genere. “Stiamo aspettando. Negli anni passati e anche quest'anno abbiamo impegnato fondi propri regionali per sanare i ritardi a livello nazionale ma chiediamo a gran voce questi fondi”, dice Barni.

La Toscana, che nel 2015 ha costituito l'osservatorio sulla violenza contro le donne per coordinate tutti i soggetti impegnati contro violenze e femminicidi, dovrebbe ricevere dal governo nazionale circa un milione di euro. (Fonte Agenzia Dire)

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