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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Porta a Prato / Viale Belfiore

Disabilità: aggredita da un'automobilista mentre scende con la carrozzina 

Ha annunciato che andrà a sporgere denuncia 

Un episodio di tolleranza zero anche verso chi non può muoversi liberamente. E' successo ieri davanti all'Inps di Viale Belfiore, come riportato da Vorrei prendere il Treno l'associazione di Jacopo Melio che ha l'intento di sensibilizzare alla disabilità. 

Un'automobilista avrebbe perso il controllo per l'attesa in coda dopo che Silvia aveva accostato la sua auto - perché i parcheggi gialli non erano liberi - così da tirar fuori la carrozzina e raggiungere la sede dell'ente previdenziale per sottoporsi a una visita. 

Tutti uguali in carrozzina 

A seguito dell'episodio la donna ha deciso di denunciare l'accaduto sulla pagina Facebook della Onlus. Annunciando, peraltro, che all'inizio della prossima settima andrà a sporgere denuncia. 

Il post di Silvia Guascona Bartolini:  "Lunedì andrò’ a depositare la denuncia alla Polizia di Stato perché’ non riesco più’ a lasciar stare. Non sono più disposta a sopportare, a lasciar correre. Quando sei in condizione di "svantaggio" c’e’ chi ti aiuta, chi ti ignora, chi ti rivolge sguardi compassionevoli…ma c’e’ anche chi se ne approfitta e crede che sia facile spaventarti e calpestarti.
I prepotenti, se stai su una sedia a rotelle o con i bastoni o con qualche impedimento, ti credono debole e facile da sopraffare. Ieri dovevo recarmi all’INPS di Firenze, una delle tante visite da quando un incidente sciistico ha cambiato completamente la mia vita.
I posti per noi, persone con disabilità, erano occupati e l’ingresso per arrivare alla rampa d’accesso era bloccato da un’ambulanza. Nonostante ci chiamino handicappati, diversamente abili, disabili, paralitici o altro capita che per adattarci e sopravvivere e per farlo senza troppe frustrazioni, noi si impari a pensare più’ velocemente, a prevedere e scansare ostacoli o difficoltà più’ velocemente.
Cosi io non sono il tipo che fa spostare un’ambulanza che immagino sia li’ per qualcuno più’ in difficolta’ di me. Non avendo altra scelta, fermo la mia auto in strada mentre mia figlia 20enne scende per scaricare la sedia a rotelle su cui io sarei velocemente balzata dal seggiolino e lei sarebbe quindi potuta andare a parcheggiare, si parla di una manciata di secondi ma...
Tra il fermarmi e iniziare a togliermi la cintura sopraggiunge un’auto che inizia a suonare il clacson furiosamente. Vedo che e’ una signora, le dico “Scusi, un secondo, mi metto sulla sedia.” Vedo che lei urla e impreca e il suono del clacson premuto fisso non cessa.
Penso a cosa devo fare, sento che finalmente cessa quel suono che per un istante mi impedisce di pensare...Ok non scendo, faremo il giro.. Ma la “signora” esce dalla sua macchina come una furia, grida parolacce verso mia figlia che nel frattempo scende per scaricare la sedia. Capisco la seria minaccia da come si dirige verso mia figlia per cui le dico di rientrare in auto. Avevo paura ma improvvisamente la “signora” cambia obbiettivo della sua ira e contro chi comincia ad accanirsi? Contro di me, che sono certamente la più fisicamente inerme, con i movimenti più’ lenti e prima che io riesca a chiudere lo sportello lei e’ li’ a pochi centimetri da me, furibonda, che grida “Ti prendo a sberle brutta troia!” e che fisicamente carica un man rovescio nei miei confronti.
Pausa! Se questa tizia mi avesse fatto una cosa simile quando fossi stata in piedi sulle stampelle o seduta in carrozzina, non avrei avuto problemi a difendermi perché avere una disabilità non vuol certo dire essere “coglione”....
Ma chiusa in un abitacolo di una macchinina ero piuttosto inerme ed ero pronta a prendermi il man rovescio che stava per arrivarmi in piena faccia. Per fortuna tutto il delirio che stava facendo la "signora" ha attirato alcuni autisti delle ambulanze e volontari delle associazioni presenti ed un ragazzo che passava di li’, che sono intervenuti in mio soccorso, gridando alla volta della "signora" che vedendo accorrere numerosi uomini e’ fuggita chiudendosi in auto. Gli autisti dell'ambulanza presenti e il ragazzo che si trovava a passare, mi hanno aiutata a passare dal seggiolino dell’auto alla sedia, hanno tranquillizzato mia figlia che era in lacrime, spaventata, dicendole “Stai tranquilla, vai a parcheggiare portiamo noi la mamma alla rampa!”  Cosi’ e’ stato e per farlo siamo dovuti girare intorno alla macchina della "signora", da dove lei chiusa all'interno, ci mostrava il dito medio, senza guardarci in faccia.  I volontari mi hanno confortata mentre aspettavo mia figlia che era andata a parcheggiare, “Abbia pazienza, il mondo e’ pieno di imbecilli.”
Ma io questa volta non voglio avere pazienza. Per questo, essendo, alla veloce, riuscita a fare una foto alla macchina con la "signora" dentro, ho preso accordi per andare a depositare una denuncia contro di lei che si è permessa di aggredire una persona con disabilità, accompagnata da una ragazzina ma che poi, vigliaccamente, si è chiusa in auto quando sono arrivati degli uomini ! Vorrei rivolgermi a te, che mi gridavi “Maledetta sei una maledetta. Sei una stronza e devi morire. Crepa brutta troia. Ti prendo a sberle!”  Tu che hai fatto a me e ai volontari il dito medio per tutto il tempo quando ti siamo passati vicino, non provi un minimo di vergogna per quello che hai fatto? Credi veramente di essere stata nel giusto? Mi sono veramente spaventata ma mi chiedo, ancora sconvolta, è possibile che ci siano persone così poco comprensive e sensibili e che la violenza abbia raggiunto questi livelli...? Dove potremo mai andare a finire se la tolleranza ormai è diventata un'utopia?"


 
 

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