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Cronaca

Contributi all’editoria: Denis Verdini indagato per truffa allo Stato

L'onorevole pidielle Denis Verdini è indagato assieme ad altre 24 persone per truffa in merito ai contributi milionari del Giornale della Toscana e Metropoli

L’onorevole Pdl Denis Verdini è indagato per truffa aggravata allo Stato in merito ai contributi pubblici per testate giornalistiche dal 2002 al 2012. In tutto sono 25 gli indagati dell’inchiesta tra cui figurano anche l'onorevole Massimo Parisi (Pdl), imprenditori ed editori. 

TRUFFA – Secondo la procura sarebbe di oltre 22 milioni di euro la truffa a danno dello Stato. Un raggiro stimato in circa 12 milioni di euro per il quotidiano Il Giornale della Toscana, che ha sospeso le pubblicazioni quest'anno, e per circa 10 milioni per il settimanale Metropoli. Il Giornale della Toscana veniva pubblicato in abbinamento con Il Giornale. L’interrogatorio davanti al pm è fissato per la vigilia di Natale.

ACCUSA TRUFFA – Nell’accusa di truffa allo Stato per i contributi per l'editoria la Procura di Firenze accusa Verdini ed altri indagati di aver costituito una cooperativa fittizia denominata Nuova Editoriale società cooperativa a responsabilità limitata, solo all'apparenza tale, poiché, secondo gli inquirenti, non risulterebbe che nessuno dei soci vi prestasse attività lavorativa, né da lavoratore dipendente, né autonomo, o partecipasse a scelte strategiche o di gestione.

Sempre secondo l’accusa, la coop Nuova Editoriale, finanziata con capitali di Roberto Bartolomei e Denis Verdini, nel 2002 avrebbe acquistato il 51% delle quote della Società Toscana di Edizioni Srl solo per far risultare che vi fosse una cooperativa, a capo del Gruppo editoriale, per ricevere i finanziamenti dello Stato. La Società Toscana di Edizioni dalla fine degli anni '90 pubblicava Il Giornale della Toscana venduto in abbinamento con il Giornale nuovo di Milano. Analogamente la stessa accusa viene fatta per la coop Sette Mari, editrice della testata Metropoli Day, rispetto alla quale la Procura evidenzia che si tratti di una cooperativa palesemente fittizia, muovendo anche accuse di false fatturazioni e alterazione della diffusione rispetto alla tiratura, contravvenendo in questo modo ai requisiti richiesti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per erogare i fondi.

VERDINI “È gravissimo  – ha affermato poco dopo la diffusione della notizia lo stesso il coordinatore del Pdl Denis Verdini – che proprio nei giorni in cui sembra aprirsi la campagna elettorale, la Procura fornisca alla stampa informazioni vecchie di almeno un anno spacciandole per nuove”. “L’inchiesta, infatti – continua Verdini – fin nei minimi dettagli, è stata pubblicizzata già un anno fa, in occasione di una serie di sequestri, debitamente illustrati dai pm ai giornalisti. Dunque, niente di nuovo sotto al sole, compreso il tentativo degli inquirenti di reiterare e attualizzare notizie datate e di parte, al solo scopo di creare scandalo”.

“Mi vedo quindi costretto a precisare ancora una volta – conclude Verdini – che non una sola norma è stata violata per far nascere e tenere in vita il 'Giornale della Toscana'. Tutto è avvenuto nel pieno rispetto della legge: al contrario, personalmente ho investito milioni di euro per il sostentamento del quotidiano da me fondato. I magistrati hanno interpretato a loro modo norme chiarissime che il sottoscritto e quanti hanno investito nel giornale hanno rispettato fino in fondo, usando alla lettere gli stessi criteri adottati da tutti coloro che hanno pubblicato quotidiani a contributo statale”.

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