rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

La crisi spinge la piaga usura: in Toscana giro d'affari da un miliardo di euro

Tra le 8 e le 10mila, stima il rapporto della Provincia e dell'università di Firenze sull'usura, le persone coinvolte: di queste 2mila a Firenze. Gratteri: "Meglio fallire che finire nelle mani degli usurai"

E’ di un miliardo di euro il giro di affari in Toscana legato al mondo dell’usura. Un fenomeno silenzioso, che si mescola co la paura, ma in crescita: a fronte, infatti, del numero esiguo delle denunce pervenute all’autorità giudiziaria o al mondo dell’associazionismo (58 tra il 2010 e il 2012), sono tra le 8 e le 10.000 le persone coinvolte in questo sistema, con un incremento del 15% negli ultimi 5 anni. Una cifra che se scorporata geograficamente parla di circa 2.000 persone nella sola provincia di Firenze.

Di queste il 60% è composto da commercianti e ristoratori, il 30% da piccoli imprenditori e artigiani, il restante 10% da lavoratori dipendenti e pensionati. E’ la stima emersa nel rapporto sull’usura della Provincia di Firenze presentato durante il convegno ‘Il fenomeno dell’usura nella provincia di Firenze’, organizzato dalla stessa Provincia e dal Centro interuniversitario di sociologia politica dell’Ateneo fiorentino.

Un rapporto che sottolinea come l’usura vada di pari passo con il trend della crisi economica perché "l’esigenza predominante di finanziamento- è scritto- rimane il fabbisogno di capitale circolante”. In questo “la crisi rischia perciò di rivelarsi una ghiotta opportunità per l’economia illegale e per l’usura in particolare, visto che la criminalità organizzata dispone di ingenti capitali e di grande liquidità”.

Timore, continua il dossier “confermato dall’incremento di operazioni sospette, cresciute nel 2011 del 7,7%, con punte del 58,1 a Lucca e del 41,9% a Grosseto”. Una situazione che si lega a doppio filo con il tasso di indebitamento delle famiglie toscane (“circa un terzo della regione”), tanto che nel rapporto provinciale si parla di “71.033 famiglie a rischio usura in Toscana”. All’interno di questa cornice, sottolinea lo studio, “non va dimenticato il fenomeno in espansione dell’usura etnica, che sfugge largamente alla statistica riguardando il mondo dei migranti, e che sembra colpire principalmente la comunità cinese”.

GRATTERI - “Agli imprenditori o ai commercianti dico sempre una cosa: è meglio fallire che rivolgersi ad un usuraio. Chi fallisce può ripartire da zero. Chi finisce nelle mani degli usurai non ne esce mai, è come un tossicodipendente”. Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, durante il suo intervento ad un convegno sull’usura organizzato dalla Provincia e dall’università fiorentina.

Nel sua analisi il procuratore aggiunto separato la natura criminale del cosiddetto “usuraio di quartiere”, dallo stesso fenomeno ma gestito dalle organizzazioni mafiose. In questo caso si tratta del “del mezzo più rozzo e semplice per riciclare denaro”, che permette ai clan “di infiltrasi all’interno del sistema economico”, impossessandosi di attività commerciali dove “impiegare gli ingenti capitali di cui dispongono, soprattutto grazie al traffico di stupefacenti”.

Guardando il problema nella sua complessità, Gratteri sottolinea “purtroppo la poca sensibilità nei confronti di questo reato terribile”. Corredato da “rilevanti risvolti anche di natura psicologica: perché spesso l’usurato perde il patrimonio, ma soprattutto perde la serenità, la dignità, l’amore della moglie e il rispetto dei figli. Ci si trova davanti a un altro uomo, a un pugile suonato a cui arrivano minacce di notte, vengono terrorizzati i familiari; finché non cederà tutto alle organizzazioni mafiose e criminali”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La crisi spinge la piaga usura: in Toscana giro d'affari da un miliardo di euro

FirenzeToday è in caricamento