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Cronaca

Università, ecco chi è il ricercatore che ha sfidato i "baroni"

Si chiama Philip Laroma Jezzi. Ha 47 anni e fa l'avvocato in uno studio fiorentino

Philip Laroma Jezzi è l'avvocato fiorentino che ha denunciato il "baronismo" della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Firenze e non solo. Nel 2013 il 47enne registrò una conversazione con il docente di diritto tributario Pasquale Russo, il quale gli riferiva che non avrebbe vinto il concorso per l'abilitazione a professore associato e ordinario di diritto tributario perché prima di lui dovevano passare altri. Il professore Russo, secondo quanto scritto questa mattina da la Repubblica, avrebbe anche detto che Jezzi era più meritevole dei vincitori e cercò di convincerlo a non partecipare al concorso perché era già stato tutto deciso. "Smetti di fare l'inglese e fai l'italiano - avrebbe detto Russo a Jezzi -. Tu non puoi non accettare. Che fai? Fai ricorso? Però ti giochi la carriera così". 

Laroma Jezzi comunque non ritirò la domanda e a dicembre 2013 fu regolarmente bocciato. L'avvocato ha poi fatto ricorso al Tar, vincendolo. Nato a Londra nel 1970 è ricercatore confermato e professore aggregato di diritto tributario all'Università di Firenze oltre a lavorare per il suo studio Laroma Jezzi Partner. 

Il legale di origine anglosassone ha poi incontrato nel 2014 oltre a Russo, il ricercatore Guglielmo Fransoni, uno dei commissari che l’avevano bocciato. Anche in questo caso registrò la conversazione per poi farla avere alla Guardia di finanza. In quell'occasione i due gli spiegarono che un potente professore fiorentino, Roberto Cordeiro Guerra, sarebbe stato contro di lui perché voleva fargli passare avanti un suo protetto alla successiva selezione.

L'inchiesta delle Fiamme gialle ha portato a 7 arresti, 150 perquisizioni in tutta Italia e all'interdizione dall'insegnamento per un anno per 22 professori universitari. Per tutti l'ipotesi d'accusa è corruzione. L'ex professore Pasquale Russo e il docente di diritto tributario Roberto Cordeiro Guerra dell'Università di Firenze sono entrambi indagati. Molti di coloro che sono finiti nell'inchiesta hanno manifestato la propria estraneità, in alcuni casi affermando di aver agito in buona fede.

Ferma la condanna da parte della ministra all'istruzione e università Valeria Fedeli. "Per la prima volta - ha precisato Fedeli questa mattina a Radio1 - da sei mesi stiamo lavorando con l'Anac per inserire l'università in uno specifico focus del piano anticorruzione e stiamo completando questo lavoro. Entro ottobre avremo questa normativa che ovviamente mette al centro il fatto di rendere più trasparenti i concorsi universitari, verificare, quindi togliere ogni area di opacità e zone d ombra e affrontare in modo molto serio, rigoroso e trasparente ogni parte del funzionamento dell'università". 

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