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Cronaca

Uffizi: tre dipinti donati dagli amici statunitensi del museo

I Friends of the Uffizi Gallery hanno acquistato tre opere per la Galleria. Schmidt: “Dono generoso, Gallerie diventano non solo più fiorentine ma anche più italiane”

Il Conte Ugolino di Fra Arsenio Mascagni

Donato Mascagni, il Conte Ugolino-3


Fra’ Arsenio, al secolo Donato Mascagni (Firenze, 1570 circa - 1637) - ‘Il Conte Ugolino’, 1611 circa. Cm 148 x 206. Olio su tela

Il valore dell’opera è dato, oltre che dalla cupa bellezza del dipinto, dalla rarità del soggetto per l’epoca. Fin dal Medioevo infatti si conosce un numero cospicuo di illustrazioni della Divina Commedia in codici miniati o su carta (gli Uffizi possiedono la splendida serie ad essa dedicata con 88 fogli disegnati da Federico Zuccari negli anni Ottanta del Cinquecento), mentre fino all’Ottocento le rappresentazioni in pittura o scultura di episodi danteschi costituiscono una vera e propria rarità. Anche per questo il dipinto del Mascagni viene, da oggi stesso e fino al 9 gennaio, esposto agli Uffizi nella sala della Niobe: la straziante agonia di Ugolino della Gherardesca e dei suoi figli, in procinto di morire di fame, si riflette infatti alla perfezione nella tragica espressività del gruppo scultoreo dei Niobidi, figli di Niobe e Tantalo, che secondo la leggenda greca vennero sterminati senza pietà uno ad uno da Apollo e Artemide per punire la superbia della loro madre. 

La liberazione di San Pietro dal carcere di Leonello Spada

Leonello Spada, San Pietro liberato dal carcere-2

Lionello Spada (Bologna, 1576 - 1622) - ‘San Pietro liberato dal carcere’, circa 1620. Cm 136x99. Olio su tela

Nel dipinto il rugoso San Pietro, indebolito dalla permanenza in carcere e con le mani rovinate ben in vista, è accompagnato da un angelo che sembra emanare luce: le due figure in dialogo, il vecchio e il giovane che lo sostiene, occupano tutta la scena in un chiaroscuro drammatico, chiaramente derivato da Caravaggio. Ma come simbolo del bene, il protagonista è l’angelo, con la veste di raso color corallo dalle maniche bianche e oro: il pittore sembra rifarsi a lontani modelli lombardi tra cui il bresciano Gerolamo Savoldo, cui si ispira anche Caravaggio. 

La campagna siciliana dopo la pioggia di Francesco Loiacono

Francesco Lojacono, Campagna siciliana in un giorno di pioggia-2

Francesco Lojacono (Palermo 1838 - Palermo 1915) - ‘Campagna siciliana in un giorno di pioggia’, 1886 circa. Cm 48,5x80. Olio su tela

Si tratta di un bozzetto del pittore siciliano per la tela ‘Dopo la pioggia’ conservata alla Fondazione Banco di Sicilia a Palermo. Si tratta di un soggetto en plein air – tipico degli impressionisti francesi –ricorrente nell’opera dell’artista, che con pennellate vibranti offre all’osservatore un’esperienza quasi sensoriale: l’umidità del terreno, l’aria tersa, la luce argentea, con frammenti di cielo che si riflettono nelle pozze d'acqua. È un’acquisizione preziosa per gli Uffizi, nelle cui collezioni ancora mancava un’opera di Lojacono. 

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