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Cronaca

Tornano agli Uffizi i Santi di Bulgarini

Restauro completato per i due dipinti del maestro senese

Hanno trovato collocazione nella Sala 3 della Galleria degli Uffizi (Sala del Trecento), due dipinti di Bartolomeo Bulgarini, pittore senese del XIV secolo. Si tratta di due tavole raffiguranti i Santi Pietro e Giovanni Battista, comprendenti anche due predelle in cui si ammirano, rispettivamente, un apostolo e San Paolo. Il restauro delle opere è stato finanziato dal Cralt del Gruppo Telecom Italia – Collegio territoriale Toscana e Liguria - ed è stato eseguito da Rita Alzeni e Roberto Buda, sotto la direzione di Daniela Parenti, direttrice del dipartimento pittura del Medioevo e primo Rinascimento della Galleria degli Uffizi.

Oltre al recupero di una significativa testimonianza della pittura del Trecento, il restauro dei due dipinti con San Pietro e San Giovanni Battista ha consentito di inserire nel percorso espositivo degli Uffizi un importante maestro della pittura senese, Bartolomeo Bulgarini, vissuto tra il 1315 (ca.) e il 1378, finora non rappresentato. Le due tavole, scomparti laterali di un polittico smembrato, mostrano, a figura intera, i santi Pietro e Giovanni Battista, identificati dalle iscrizioni apposte in basso, S.Petrus e S.Johs.Bta. Giovanni annuncia l’avvento del Salvatore con le parole "ecce agnus dei", iscritte nel cartiglio che egli regge. Nella parte inferiore di ciascun pannello, entro cornici mistilinee, sono raffigurati i busti di due santi, san Paolo, che impugna la spada con la quale fu decapitato, e un apostolo, forse san Giacomo Minore, data la somiglianza del volto con quello di Cristo; le due figure facevano parte della predella del polittico, progettata dunque come elemento integrante della pala d’altare e non come struttura accessoria.

È ignota la provenienza delle tavole, documentate nel 1855 alla Galleria dell’Accademia (Masselli 1855). Sono giunte agli Uffizi nel 1991, dopo essere state ricoverate in vari depositi delle gallerie fiorentine, non essendo stato possibile esporle per le cattive condizioni in cui versavano. Il supporto ligneo presentava rotture ed era indebolito da ingenti attacchi di insetti silofagi, mentre la superficie pittorica era interessata da lacune, sollevamenti ed era offuscata da uno spesso strato di sporco. Dovevano tuttavia essere state sottoposte in passato ad una radicale pulitura, come rivela l’impoverimento della superficie pittorica, mentre ben conservato risulta il fondo oro. Entrambe le tavole presentano lungo un lato il segmento di una cornice, mentre lungo il lato opposto sono presenti i cavicchi che servivano per assemblare i pannelli del polittico.

A capo di una delle più importanti botteghe attive a Siena almeno dagli anni Trenta del XIV secolo fino alla morte, avvenuta nel 1378, Bartolomeo Bulgarini è menzionato nel 1349 fra i migliori pittori attivi in Toscana. Secondo Giorgio Vasari, era allievo di Pietro Lorenzetti, dal quale apprese la capacità di conferire volumetria ai corpi e interesse per la spazialità. È probabile tuttavia che egli si formasse ancora prima con Duccio di Bonisegna, del quale ripropone modelli figurativi e tipologie di pale d’altare. Il polittico del quale facevano parte le tavole degli Uffizi è riconducibile alla maturità di Bulgarini e fu eseguito probabilmente nel sesto decennio del XIV secolo. Assai stretto fu il legame del maestro con l’ospedale di Santa Maria della Scala, presso il quale nel 1370 il pittore si fece oblato, lasciando infine i suoi beni in eredità alla pia istituzione.

File piccolo Pietro dopo-2
File piccolo Giova dopo-2

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