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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Botticelli va a Shanghai: maxi accordo Cina-Uffizi

Il museo promuoverà una serie di mostre in Cina

Non è ancora come il Louvre che apre una succursale ad Abu Dhabi, ma la direzione è quella, scrive La Repubblica. L'accordo firmato tra le Gallerie degli Uffizi e il Bund One Art Museum di Shanghai dà infatti vita a una partnership che si svilupperà nei prossimi cinque anni e si preannuncia come la base per una cooperazione tra Italia e Cina nel segno della cultura.

L'intesa, presentata in occasione del China international import Expo 2021, prevede 10 esposizioni nei prossimi 5 anni a Shanghai con opere provenienti dalle collezioni degli Uffizi, oltre a un programma di scambi culturali e occasioni di studio. Già messi nero su bianco, sottolinea La Repubblica, i contratti per il primo blocco di tre mostre, che si terranno tra aprile 2022 e luglio 2023. Protagonisti: Botticelli, Raffaello, Canaletto.

Lo scambio

In cambio, per queste tre prime esposizioni, gli Uffizi riceveranno un contributo di due milioni di euro dal Bund One Art Museum, a cui si aggiungerà una quota variabile in base agli incase, secondo un meccanismo progressivo. Naturalmente non si sposteranno i cosiddetti "inamovibili", i gioielli più celebri come la Nascita di Venere o la Primavera. E per prevenire polemiche su un "effetto svuotamento", spiega La Repubblica, il direttore Schmidt assicura che molte delle opere saranno prese dai magazzini del museo.

Le mostre

A partire da aprile, una cinquantina di opere del Botticelli e di artisti contemporanei, alcune tolte dal percorso di visita del museo come Pallade e il centauro e molte attualmente conservate nei depositi, andranno a comporre la prima mostra intitolata "Botticelli e il Rinascimento". La seconda, da settembre 2022, sarà invece dedicata al tema degli autoritratti e ne faranno parte dipinti dal XVI al XXI secolo tra cui quello celebre firmato da Raffaello. Quindi una mostra sul Settecento con opere di Canaletto e rappresentanti delle scuole del XVIII secolo.

Commenta Eike Schmidt: "Siamo tra i pochissimi, se non l'unico museo al mondo che si può permettere di mandare all'estero opere importanti senza perdere nulla della sua ricchezza". E comunque, aggiunge, si tratta di "un enorme volano dal punto di vista culturale". Naturalmente si spera in un effetto traino per il turismo cinese in Italia, uno dei maggiori mercati nel periodo pre-Covid.

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