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Cronaca

Ucraina, Monni: "I centri di accoglienza cominciano ad arrancare"

In Toscana sono arrivati 8.300 profughi, l'assessora alla protezione civile: "Confidiamo sul contributo per la sistemazione autonoma"

In Toscana "siamo a circa 8.300 profughi emersi. Più di 800 sono nei Cas (i Centri di accoglienza straordinaria, ndr), meno di 800 negli alberghi". Il grosso dunque dei profughi arrivati dall'Ucraina sono ospitati in case di parenti, amici o di chi ha offerto la propria abitazione per l'accoglienza degli ucraini. Il conto lo ha aggiornato ieri Monia Monni, assessora regionale alla Protezione civile, durante la firma del protocollo d'intesa tra Regione, cooperative di consumo toscane e Anci per una raccolta fondi destinata a sostenere le attività dell'accoglienza.

Ed è proprio parlando del sistema messo in campo che Monni lancia "un primo campanello di allarme" per la pressione che iniziano a sentire i Cas. "Il fatto che comincino un po' ad arrancare affolla i nostri alberghi e questo ci preoccupa. Non perché non ci siano risorse, ma perché quella degli alberghi è per sua natura un'accoglienza di carattere temporaneo", ha spiegato Monni.

Ed è per questo che il sostegno economico di chi è ospitato nelle case comincia a diventare un fattore determinante. "Vengo da una riunione con il capo del dipartimento della Protezione civile, Curcio, e le altre Regioni. Sappiamo che oggi (ieri, ndr) saranno emanati i decreti sui contributi, a cui potranno accedere i profughi", ha proseguito Monni, parlando delle misure decise dal governo (300 euro al mese per tre mesi per gli adulti e 150 euro al mese per tre mesi per i bambini, per i profughi che hanno trovato autonomamente sistemazione).

La misura, inoltre, "attiverà un'altra procedura di accoglienza organizzata, attraverso il terzo settore, con un bando centralizzato, di livello nazionale e con strutture simili per tipologia di accoglienza a quelle dei Cas".

In questo senso "confidiamo molto sul contributo (del governo, ndr) per la sistemazione autonoma, perché i numeri ci dicono che la maggior parte delle persone sono in abitazioni di amici o parenti. I numeri sono molto importanti e se tutte queste persone decidessero di rivolgersi al sistema di accoglienza sarebbe impossibile reggere il flusso. Confidiamo che, dando un sostegno, una mano per almeno tre mesi, perché per adesso è questa la validità, si riesca a rallentare questo movimento". (Agenzia Dire)

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