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Cronaca Sesto Fiorentino / Via Chiosina 9

Nell'ex canonica di Sesto Fiorentino non ci sono più immigrati

Consegnati i permessi i tunisini sono andati via da Sesto. Gianassi: "I toscani devono essere orgogliosi di come la Regione ha gestito un'emergenza che era stata ingigantita all'inverosimile dal governo nazionale"

La permanenza dei ragazzi a Santa Maria a Morello è andata benissimo, ringrazio di cuore la Caritas, la Misericordia, la parrocchia di San Martino e tutti i volontari che con grande professionalità ed amore li hanno assistiti ed hanno permesso il successo di questa esperienza importante”. E’ finita così, con le parole del sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi, la vicenda dei trenta tunisini accolti nella canonica della chiesa sestese. Venerdì pomeriggio la questura di Firenze ha rilasciato i tanti agognati permessi temporanei; la mattina seguente i luoghi, che per due settimane hanno accolto i profughi, si sono svuotati: “volevano partire il giorno stesso – ha dichiarato il direttore della Caritas Diocesana di Firenze Alessandro Martini – ma noi li abbiamo convinti a restare una notte in più, ci siamo messi attorno ad un tavolo ed insieme abbiamo organizzato i viaggi secondo le destinazioni prescelte”.

I volontari della Caritas, che per due settimane sono stati a stretto contatto con i profughi, hanno voluto accompagnarli fino all’ultimo, andando ad acquistargli i biglietti dei treni, procurandogli zaini e beni di prima necessità e portandoli alle stazioni di riferimento.  Dei trentatré accolti all’inizio, tre ragazzi sono stati reindirizzati in strutture specifiche e protette per i minori, ventidue hanno già avuto il permesso, due (in attesa che si compia anche per loro l’iter burocratico) sono stati trasferiti a Villa Pieragnoli; i sei che la scorsa settimana si sono allontanati dalla struttura di accoglienza, sono in stato di clandestinità.

Sia il sindaco che il direttore della Caritas hanno posto l’accento sull’assoluta tranquillità ed il grande senso civico dimostrato dagli abitanti di Sesto durante questo periodo ed in questo hanno ringraziato l’opera irreprensibile e mai allarmistica svolta dalle forze dell’ordine, “in particolar modo degli agenti della Guardia Forestale – ha sottolineato Martini – che hanno presidiato la canonica con discrezione e con partecipazione, istaurando dei veri rapporti umani con i giovani accolti”. L’ex canonica di Morello finito il proprio compito adesso “ritornerà in possesso” della parrocchia di San Martino e dell’opera sociale costante di don Daniele e se la Regione dovesse aver bisogno nuovamente della collaborazione del comune sestese, l’amministrazione dirotterà le proprie scelte su diverse strutture. “Dico chiaramente – ha dichiarato il sindaco Gianassi – che tutti i timori e le incognite iniziali sono state vinte, il modello toscano è passato, ha centrato tutti gli obiettivi, ed i primi ad accorgersene sono stati i migranti. I toscani devono essere orgogliosi di aver saputo gestire in modo umano un’emergenza che era stata ingigantita all’inverosimile dal governo nazionale”.

Durante la convivenza si sono annodate tra loro varie esperienze significative. Un ragazzo, pizzaiolo in Tunisia, ha aiutato in cucina, un altro, parrucchiere, ha sistemato i capelli ad alcuni compagni, ad un altro ragazzo, con una miopia molto importante sono stati rifatti gli occhiali persi durante il viaggio verso l’Italia. Uno dei momenti più significativi è stato quando Martini ha messo in vivavoce l’Imam di Firenze che ha guidato la preghiera dei ragazzi musulmani: “un momento davvero toccante, di straordinaria sensibilità e condivisione – ha confessato il direttore fiorentino di Caritas – che ci deve far capire che l’accoglienza, se fatta per bene, viene prima di tutto”. Dei ventidue già partiti, sei si sono diretti verso Ventimiglia. Don Daniele ha raggiunto telefonicamente uno di loro che pare sia riuscito ad oltrepassare il confine. Degli altri si sa poco e non tutti sono andati in Francia: c’è chi è andato a Milano, chi a Udine, chi a Bologna, uno di loro è andato a Siracusa. Così come l’ex canonica di Morello, pian piano tutti i centri in Toscana si stanno svuotando; la Regione ha comunicato che poco più di duecento tunisini, dei cinquecento iniziali, sarebbero ancora in attesa dei permessi. Tutti gli altri se ne sono già andati.
 

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