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Cronaca

Tramvia, i commercianti per gli indennizzi "alla Veltroni", il Comune no

Faccia a faccia tra amministrazione, cittadini e commercianti. Tema dello scontro, i cantieri: "Ci murerete vivi". Ma Palazzo Vecchio fa fortino: "Non sarà una passeggiata di salute, ma andiamo avanti"

Prima i commercianti e le categorie economiche, poi i residenti. Stesso tema, anche se declinato in forme diverse, stesso clima, aspro, a volte infuocato. Tramvia linea due e tre, con l’avvio dei lavori- con il restringimento, per quel che riguarda la linea 3, in viale dei Milton, lì dove ad agosto sarà poggiato il ponte provvisorio sul Mugnone (visto che il ponte dello statuto, poco più avanti, sarà chiuso a settembre); con gli operai all’opera nella trincea Guidoni, anche se ancora si terranno a bordo strada- l’amministrazione comunale ha inaugurato ieri un percorso di ascolto e confronto con la cittadinanza. Che detta così da l’idea di un fine cena a cantucci e vinsanto. Detta come è stata, ieri pomeriggio, dalle 13 alle 20:30, nella sala Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella sede del Quartiere 5 in via Baracca, si è consumato un faccia a faccia a denti stretti e muso duro.

Con un canovaccio che si è ripetuto per tutto l’arco del pomeriggio. Dietro la scrivania, Palazzo Vecchio: l’assessore alle infrastrutture, Stefano Giorgetti; allo sviluppo economico, Giovanni Bettarini; all’ambiente, Alessia Bettini. Con loro una delegazione di tecnici guidati l’ingegner Tartaglia. In sala, alle 13, i rappresentanti delle categorie economiche: Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, CNA. Non solo, tra di loro anche decine di esercenti le cui vetrine sono decisamente interessate dal passaggio dei cantieri. E la tensione, sale immediatamente.

Tanto che Bettarini, a qualche urlaccio, qualche battibecco di troppo, qualche affondo deciso, si alza in piedi e fa il duro: “Non siamo qui per iniziare a contrattare, sapendo che non sarà una passeggiata di salute”. Nessuna inversione di marcia: “il mandato che gli elettori ci hanno consegnato è chiaro”. E ancora: “Siamo qui a illustrarvi i percorsi e l’andamento dei lavori, quel che sarà in maniera trasparente. Lo dico anche alle associazioni di categoria, dateci una mano, fate un passo in avanti”. Parole decise, ma il clima- tra un rendering, una sezione di quel che sarà via dello Statuto (il doppio binario, due carreggiate per le auto, gli alberi in mezzo che rifaranno ombra “dieci anni dopo esser piantati”, il marciapiede); nei 155 giorni di chiusura di via di Novoli all’altezza della strettoia per via della ‘casina’ vincolata dalla soprintendenza; nei due sottopassi tra viale Milton e viale Strozzi- rimane acceso e c’è chi tra i commercianti protesta: “Vogliamo risposte certe sui tempi, la tempistica è essenziale, ci si vive e ci si muore. Non potete sentirvi forti solo del voto, almeno fateci sfogare”. Se l’incontro, risponde Bettarini, “serve per sfogarvi, siamo qui anche per questo”.

Uno ad uno, gli esercenti presenti, prendono la parola e interrogano i rappresentanti di Palazzo Vecchio sulla futura sopravvivenza: “I cantieri oscureranno le nostre vetrine? Come fanno i nostri clienti a parcheggiare? Come faremo ad accedere a mutui per portare avanti un’attività in sofferenza se i cantieri praticamente ci impediranno di lavorare?”

Per Bettarini “preoccupazioni del tutto legittime: l’apertura dei cantieri apre un periodo che non sarà facilissimo. Scopo dell’incontro è dire esattamente come stanno le cose: percorso, tempi e da questo discendere sui problemi che possono nascere. Siamo a disposizione per risolvere i problemi insieme ai lavoratori”.

Poi arriva il turno delle categorie economiche del commercio. “Chiediamo l’immediata apertura di un tavolo per gli ammortizzatori economici” da destinare agli esercizi commerciali “coinvolti dalla cantierizzazione dell’infrastruttura”. Una richiesta perentoria che arriva da Stefano Fontinelli, di Confesercenti Firenze. “Bisogna correre- attacca Fontinelli- perché voi avete aperto i cantieri senza un quadro certo di provvedimenti destinati a diminuire l’impatto negativo dei lavori sulle attività commerciali”. Provvedimenti che l’associazione di categoria mette nero su bianco per punti: “Indennizzi per le imprese più penalizzate; Abbattimento Tari, Imposta di pubblicità e in generale delle tasse comunali; Provvedimenti straordinari di accesso al credito; Rispetto delle tempistiche previste dal cronoprogramma”.

Una logica condivisa anche da Confcommercio che alle richieste aggiunge un vero e proprio indennizzo “alla Veltroni sindaco” che sostituisca il sussidio delle imposte. Non solo, sempre Confcommercio chiede “l’intervento dell’amministrazione sull’Agenzia delle Entrate affinché alle imprese possa essere riconosciuto un legittimo motivo, in fase di eventuale contenzioso, per lo scostamento dai parametri previsti dagli studi di settore”. Sul sistema degli indennizzi, sottolinea l’assessore Bettarini, “stiamo valutando la legittimità” del modello Veltroni “visto che in passato ci sono stati problemi con la Corte dei Conti”. Più facile uno sconto su imposte come la Tari.

REFERENTE DI CANTIERE – Tema caldo del dibattito, inoltre, il fronte comunicazione e informazioni ai cittadini e agli esercenti. Su questo capitolo l’assessore Bettini ha annunciato l’apertura di un infopoint nell’area Parterre e un “referente di quartiere che si occuperà di un tratto preciso della cantierizzazione, rintracciabile con un numero di cellulare preciso e a cui si potranno rivolgere i cittadini e gli esercenti interessati”.

RESIDENTI – Break di un’oretta, verso le 17 riprendono i lavori. Stavolta però gli interlocutori di Giorgetti, Bettarini e Bettini sono i residenti. Per il resto cambia poco: i cittadini, in diversi, alcuni legati a comitati contro la realizzazione dell’infrastruttura, attaccano a testa bassa; l’amministrazione ribatte punto su punto. Due esempi dell’aria che è tirata ieri nel tardo pomeriggio. Primo: “In via Gordigiani verremo murati vivi, siamo oltre tremila persona. Voi rovinate la vita ai cittadini di Firenze”. Secondo: “Stamani è venuto il sindaco Nardella in pasticceria. Gli ho detto che con i cantieri della tramvia avrei mandato a casa 20 persone che lavorano nel mio laboratorio. Lui mi ha detto di venire alla riunione, che mi avreste dato tutti gli strumenti…..Non vedo strumenti, spero che li assumerete in Comune”.

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