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Cronaca

Tramvia, destra e 5 Stelle attaccano: “No allo scempio, sì al modello cinese senza binari”

Razzanelli (FI), Bussolin (Lega), Draghi (Fdi) e De Blasi (5S) contro la linea piazza della Libertà - Bagno a Ripoli: “Rivedere tutto, meglio l'ipotesi su gomma”

No allo scempio, rivedere il progetto, sì ad un'ipotesi senza pali e al 'modello cinese'. Destra e 5 Stelle, con distinguo tra loro, sulla linea 3.2 della tramvia, piazza della Libertà – Bagno a Ripoli, attaccano a testa bassa.

“Non è una battaglia politica, ma a tutela di Firenze. Il tracciato presentato sarà uno scempio per la città”, dice Mario Razzanelli, consigliere comunale di Forza Italia da sempre contrario alla tramvia (dieci anni fa promosse anche un referendum cittadino “e la gran parte dei partecipanti disse 'no'”, ricorda lui).

Il nuovo 'no' è arrivato ieri, nella conferenza stampa congiunta assieme a Federico Bussolin (capogruppo della Lega in Palazzo Vecchio), Alessandro Draghi (Fratelli d'Italia), Roberto De Blasi e Lorenzo Masi (i due consigliere del Movimento 5 Stelle).

“Nella città di Zhouzhu, in Cina (Paese che l'esponente di FI conosce bene per motivi di lavoro, ndr) esiste dal 2017 un 'tram' su gomma, in grado di seguire, grazie a sensori, un tracciato disegnato sulle strade. Costa il 40% in meno (per il progetto attuale si parla di 200 milioni di euro, 80 dei quali dall'Unione Europe, ndr) ed è molto meno impattante, perché l'amministrazione non lo prende in considerazione?”, chiede Razzanelli.

“Il nostro non è un 'no' a priori, ma questo progetto è troppo invasivo, a Firenze non abbiamo una tramvia ma un 'treno'. Una infrastruttura che tra 15 anni sarà già vecchia, mentre il modello su gomma potrà cambiare percorso senza difficoltà in caso cambino le necessità di trasporto”, dicono invece De Blasi e Masi.

“Possibile - chiedono i due 'grillini' -, andare avanti e presentare una Via - Valutazione di Impatto Ambientale -, senza che la Sorpintendenza abbia ancora visto il progetto?”.

Come detto, i distinguo non mancano. La Lega di per sé non è contraria alla tramvia, ma chiede modifiche. “Deve essere realizzata senza pali (nella nuova linea sono previsti sul lungarno Colombo e nell'ultimo tratto da viale Giannotti a Bagno a Ripoli, ma non sui viali da Libertà all'Arno, ndr) né cordoli, ma 'a raso'. E alcuni passaggi del percorso sono troppo impattanti sul traffico”, spiega il capogruppo del Carroccio Bussolin.

La posizione di Fratelli d'Italia si avvicina a quest'ultima. “Ma siamo contrari al nuovo ponte sull'Arno (previsto per il traffico privato all'altezza dell'Anconella, ndr), chiediamo di rivedere il passaggio su viale Giannotti e fermare la strage di alberi”, chiede Draghi.

“Quanto ai tracciati futuri - aggiunge il consigliere di Fdi -, consideriamo che la linea per Campo di Marte e Rovezzano diventerà inutile in caso di un nuovo stadio a Novoli” (si tratta del cosidetto 'braccio' per Rovezzano in questo caso, nulla a che vedere con la linea Libertà - Bagno, ndr).

“Affogheremo gli uffici con una valanga di 'osservazioni' sulla Via”, la 'promessa' di Razzanelli (i termini per la presentazione scadono l'8 dicembre). E ancora: “Stiamo preparando un ricorso all'Unesco. Chiederemo di togliere il centro storico di Firenze dai siti di pregio se non si eliminano i pali alla stazione”.

Nel pomeriggio arriva la replica di Palazzo Vecchio. “Le opposizioni non conoscono né il progetto né le procedure amministrative. La Soprintendenza si esprimerà come previsto dalle norme. Il taglio degli alberi è già stato ridimensionato e quanto al tram cinese – si legge in una nota diffusa -, manca dell'omologazione per essere usato in Italia”. La diatriba continua, i cantieri dovrebbero partire nel 2020 e terminare entro il 2023 per non perdere i fondi dell'Unione Europea.

(Foto sotto, la conferenza stampa congiunta. Da sinistra Draghi, Razzanelli, Bussolin e De Blasi)

Tramvia, il tracciato definitivo della linea contestata

da sinistra Draghi, Razzanelli, Bussolin e De Blasi-2

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