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Cronaca

Tik Tok: il tribunale rigetta il ricorso dell’influencer delle 'video sfide' e conferma il sequestro del profilo

La decisione dei giudici del Riesame di Firenze

Nel mese di febbraio 2021 la polizia postale aveva eseguito il sequestro preventivo, mediante oscuramento, del profilo Tik Tok di una influencer quarantottenne della provincia di Siracusa, emesso dal gip Angelo Antonio Pezzuti, a seguito della richiesta inoltrata dai pm Luca Tescaroli e Fabio Di Vizio.

In particolare nell’ambito dell’attività di monitoraggio della rete internet, era stato individuato sul social network “Tik Tok” un link riconducibile al profilo della “influencer” siciliana, nel quale veniva visualizzato un video ritraente una “sfida” tra la donna e un uomo, in cui entrambi si avvolgevano totalmente il volto, compresi narici e bocca, con il nastro adesivo trasparente, in modo tale da non poter respirare. Il video, estremamente pericoloso in quanto visibile a tutti gli utenti senza restrizioni, potendo costituire oggetto di emulazione da parte di minorenni, veniva immediatamente segnalato dalla polposta e prontamente rimosso dalla piattaforma Tik Tok.

Sfide pericolose su Tik Tok: oscurato il profilo della influencer

Tuttavia, nell’ambito della stessa attività di monitoraggio, la postale ha accertato che l'influencer nel tempo aveva pubblicato anche altri “video sfide” dello stesso tenore, che le avevano permesso di ottenere popolarità e l’attenzione di ben 731.000 follower di diverse età. La visione dei suddetti video e la loro condivisione era stata considerata dagli investigatori estremamente pericolosa per l’incolumità degli utenti, soprattutto minorenni, che avrebbero potuto accettare “la sfida” emulando l’influencer. Da qui la decisione dei pm titolari delle indagini di emettere a suo carico un provvedimento di perquisizione, anche informatica, e sequestro degli account social, eseguito il 27 gennaio 2021. I contenuti del profilo però erano rimasti visibili on line da tutti i follower e a tutti gli utenti della rete, essendo un profilo pubblico. Infatti l’attività di sequestro eseguita aveva inibito all’indagata solo la possibilità di pubblicare nuovi video o post.

Alla luce del fatto che la stessa influencer in un’intervista rilasciata ad un’emittente televisiva locale aveva affermato che i suoi follower erano nella maggioranza bambini, circa 650.000, e che, per gli inquirenti, le sue pubblicazioni erano idonee, seppur in via oggettiva ed astratta, a costituire incitamento al delitto o al suicidio (tenuto conto della sensibilità e impressionabilità dei ragazzi e della loro maturità psichica e morale, laddove la condotta è rappresentata attraverso un duetto tra due persone in competizione tra loro), i pm titolari delle indagini avevano richiesto e ottenuto dal gip il provvedimento di sequestro preventivo, mediante oscuramento, del profilo Tik Tok oggetto d’indagine.

Social: video sfide estreme su tik tok, denunciata

L’influencer siciliana, tramite i suoli legali, ha proposto ricorso al tribunale del riesame di Firenze contro il sequestro del suo profilo, sostenendo l’incompetenza territoriale dello stesso e che le sue esibizioni su Tik tok non erano violente o comunque in grado di ledere la sensibilità o impressionabilità degli spettatori, trattandosi di video di 13 o 15 secondi, quindi di un tempo non sufficiente a provocare suggestioni e che comunque non si erano verificati episodi di suicidio, nemmeno in forma tentata.

Il tribunale del riesame di Firenze ha però rigettato in pieno il ricorso confermando integralmente il provvedimento di cautela reale nei suoi presupposti e contenuti, affermando innanzitutto la piena sussistenza della competenza territoriale, in quanto il link riconducibile al video pubblicato dall’influencer è stato individuato dagli uomini della polizia postale fiorentina nell’ambito dell’attività di monitoraggio della rete internet.

Inoltre, secondo i giudici, il contenuto dei 19 video estrapolati dal profilo Tik Tok della influencer sono idonei a condizionare e suggestionare gli spettatori, ad offendere il sentimento morale dei minori oltra a sussistere il pericolo più che concreto che il permanere in rete dei filmati possa indurre i minori e persone psicologicamente instabili a condotte pericolose per la propria incolumità personale.

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