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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Via Ghibellina

I tarbenacoli dei "malcontenti"

A Firenze c'è un percorso chiamato dei Malcontenti ovvero dei condannati a morte, partiva da via Ghibellina e arrivava fino alla torre della Zecca dove venivano eseguite le esecuzioni

A Firenze c’è un percorso chiamato dei Malcontenti ovvero dei condannati a morte, partiva da via Ghibellina e arrivava fino alla torre della Zecca dove venivano eseguite le esecuzioni.

Nelle strade dove i prigionieri dovevano passare vennero costruiti dei tabernacoli con lo scopo di portare sollievo ai condannati e portarli verso la via della redenzione attraverso la vista di rappresentazioni sacre.

Il primo, partendo da via Ghibellina, è il Tabernacolo delle Stinche, un’edicola di grandi dimensioni posto all'angolo tra la suddetta via e via Isola delle Stinche.

Il tabernacolo fu dipinto dall'artista della corte granducale Giovanni da San Giovanni nel 1616 circa e raffigura il senatore Girolamo Novelli accompagnato da due magistrati, che alla presenza di Gesù Cristo, paga il riscatto per un carcerato, adempiendo quindi ad una delle sette opere di misericordia.

Era il compito dei cittadini assistere, con cibo e altri beni di necessità, i carcerati, che non erano mantenuti col denaro pubblico come oggi. Il dipinto è anche interessante perché ci mostra come doveva essere una cella dello scomparso carcere.

Il “secondo” è il grande tabernacolo di via dei Malcontenti, o di Sant’Onofrio. Si trova all'incrocio tra via dei Malcontenti, via delle Casine e via San Giuseppe.

Questo tipo di tabernacolo detto “a mensa”, era usato come altare per celebrare le messe del lazzeretto all’aperto oltre che portare sollievo ai prigionieri.

L'edicola con volta a botte e timpano affrescati, è decorata al centro da un grande affresco con la Madonna col Bambino in maestà tra i santi Giovanni e Pietro e due angeli, opera attribuita a Niccolò Gerini o a un suo seguace è riferibile al 1416.

Danneggiato dall'alluvione del 4 novembre 1966 il tabernacolo fu restaurato nel 1999 per iniziativa del Comune di Firenze.

Il “terzo” tabernacolo, quello del Bargello, è posto all'angolo tra via Ghibellina e via dell'Acqua sul retro del palazzo del Bargello.

L'edicola fu costruita nel 1859 per conservare un affresco di Fabrizio Boschi raffigurante San Bonaventura che visita i carcerati che risale al 1589. Secondo un'antica tradizione il giorno di san Bonaventura (15 luglio) le porte della prigione venivano aperte alle confraternite, alle compagnie di Carità e ai semplici cittadini che volevano donare cibo, vestiario ed elemosine ai detenuti.

L'immagine, gravemente danneggiata dall'alluvione del 1966, fu restaurata nel 1996 da Daniela Dini per le cure di Silvestra Bargellini, in memoria di Piero Bargellini.

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