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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Exit Enter, lo street artist che ama (e dipinge) Firenze

I suoi palloncini hanno invaso le mura della città. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Exit Enter, lo street artist innamorato di Firenze e delle sue vie

Gira armato nella notte, ma è tutt'altro che pericoloso. A pistole e proiettili preferisce di gran lunga pennelli e colori, con cui dipinge i muri della città. I suoi disegni trasmettono un delicato senso di libertà, talvolta persino di perdita e di ribellione, ma sempre con innegabile dolcezza. Si fa chiamare Exit Enter, vive e studia a Firenze da 4 anni, e nell'arte di strada ha trovato la sua personalissima evasione. 

Come ti sei approcciato alla street art?
Ho iniziato a dipingere in strada per divertimento: disegno molto e tutti i giorni, è una necessità. Ed avendo sempre con me inchiostri, pennarelli e altri materiali ho cominciato quasi per caso ad esprimermi anche sui muri cittadini.

Cos’è per te la street art?
E' la possibilità di esprimersi e comunicare liberamente a un pubblico variegato. La street art è un movimento universale di rivendicazione e riqualificazione dello spazio urbano. Una forma d'arte viva ed effimera al tempo stesso, in quanto le opere sono spesso destinate a scomparire. Essa incontra persone al di fuori di uno spazio istituzionale, la strada appunto, un luogo familiare dove gli spettatori hanno un'interazione diretta con esse. 

La street art è una produzione radicata sul territorio urbano. Qual è il tuo rapporto con Firenze?
Amo Firenze, in particolare il centro storico, con i suoi vicoli, gli angoli nascosti, le arcate e soprattutto i suoi muri: sono vecchi e vissuti, trasudano storia e trasmettono pace nella notte, esattamente quanto la strada deserta, uno di quei luoghi dove mi piace passeggiare e dipingere.

Lo street artist Clet ha avuto diversi problemi con la legge, non ultimo l’arresto della sua compagna in Giappone. Credi che ci siano dei limiti che l’artista debba rispettare oppure no?
Per fortuna non ho mai avuto problemi di questo tipo. Credo che l'unico limite da rispettare sia non rovinare altre opere d arte come monumenti o palazzi storici, poi sta al buon senso dell'artista vedere dove dipingere e come comportarsi. La street art con il suo vasto pubblico ha punti di vista soggettivi agli antipodi tra il vandalismo e l'opera d'arte. Personalmente cerco sempre di essere meno invasivo possibile, scegliendo luoghi dove il mio intervento sia integrato con l'ambiente circostante.

Come definiresti il tuo lavoro? Ti occupi anche di altre cose? 
Mi occupo di pittura e illustrazione, per me non è un vero e proprio lavoro, ma una passione e un divertimento. Il progetto in strada è stato molto spontaneo, tanto che inizialmente è partito tutto come un gioco, diciamo pure che ha rappresentato la mia “uscita”, una sorta di evasione.

Solo successivamente mi sono reso conto di avere sempre avuto un obiettivo inconscio ed è successo esattamente quando ho iniziato a riscontrare che i miei disegni riuscivano a strappare un sorriso, sollecitando l’immaginazione degli spettatori in strada. Allora ho capito che fin dall’inizio l’obiettivo del mio personaggio era quello di entrare in contatto con le persone accendendo in loro un pensiero, un’emozione, una domanda.

Secondo te l’arte è uno specchio che riflette il mondo oppure un martello per forgiarlo?
L'arte è pura raffigurazione ed interpretazione, un riflesso di tutto quello che ci sta intorno, ma allo stesso tempo l'incontro con un'opera d'arte consente di forgiare altre realtà: è una possibile uscita, uno spunto di riflessione che può deviare i tuoi pensieri verso direzioni che prima non avresti mai nemmeno immaginato.

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