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Cronaca

Killer dei mercati, s'indaga su un mazzo di chiavi trovato in auto

Trovati due mazzi di chiavi nell'auto di Gianluca Casseri. Uno appartiene all'appartamento fiorentino, su l'altro sta indagando la procura di Firenze

Chiari scuri, pieni e vuoti. Ogni indagine ha i suoi angoli, le spigolature; insenature su cui è difficile far luce. La strage dei mercati non fa eccezione. Tolta l’enfasi, il cordoglio, un’intera comunità ferita a morte, il sangue e le lacrime, rimangono le indagini e restano da sciogliere i perché. Per alcuni la realtà è lì, nei fatti. Un uomo che decide di fare ‘pulizia etnica’. Un mostro, forgiato da filosofie naziste, che si è nutrito di odio, pregiudizi, xenofobia, rancore. Una mente fragile, inadeguata, ma lucidissima. Il caso è tutto qui. Altri invece credono nella potenza dei dettagli, dei particolari, ed in questi cercano di rintracciare le zone all’apparenza insondabili di questa vicenda color pece. E così la procura continua la sua azione indagatoria, alla ricerca di conferme. Niente è escluso o precluso alle indagini. Il raggio di azione spazia su 360°, le piste battute più di una. Come il caso degli appartamenti. In quante case viveva Gianluca Casseri? La casa a in piazza del Terzolle qui a Firenze, la casa natia a Cireglio nel pistoiese. E' possibile che il killer si rifugiasse in un terzo luogo, un covo? Quando gli investigatori sono entrati nella residenza fiorentina hanno trovato l’appartamento praticamente vuoto; “stanze non vissute” come hanno dichiarato il capo della procura di Firenze Giuseppe Quattrocchi ed il pm Paolo Canessa. Da qui l’ipotesi di un complice, qualcuno che in qualche maniera avrebbe potuto aiutare Casseri, oppure di una tana. Un sospetto che si nutre di una sua logica: possibile che il killer non avesse un telefono, un cellulare; che si dilettasse nella scrittura, che pubblicasse senza un pc. Strade possibili, incroci. Per la procura vietato dare niente per scontato. Altro elemento fornito direttamente da Quattrocchi: “Sono stati trovati due mazzi di chiavi, uno di casa e sull'altro stiamo indagando”. Un altro mazzo di chiavi trovato in quella Polo grigia in cui Casseri alla fine ha deciso di suicidarsi.

GLI ULTIMI ISTANTI – Si è sparato in testa Casseri, a fianco della corsia 4 nel parcheggio interrato di San Lorenzo. Anche gli uomini delle forze dell’ordine hanno sparato, nel video fatto circolare dalla questura, si vede distintamente un poliziotto prendere la mira, poi il rinculo dell’arma di ordinanza. Pochi istanti dopo essersi rivolto la sua 357 Magnum al volto, il 50enne pistoiese è morto. La sua pistola era ancora carica con “5 colpi in canna”, come descritto questa mattina sempre da Quattrocchi. “Quindi significa che l'uomo ha ricaricato l'arma in quanto quattro colpi sono stati sparati in Dalmazia, due più il proiettile con il quale si è suicidato al mercato di San Lorenzo” ha continuato il procuratore capo. Avrebbe potuto ricaricare diverse volte se, come pare, nel sedile dell’auto è stato rinvenuto una borsa contenente 28 proiettili, tutti fatti in casa. E’ emerso, infatti, nei sopralluoghi effettuati dalle forze dell’ordine nella casa di Cireglio, che il ragioniere 50enne, se li fabbricasse nello scantinato della abitazione di famiglia, con tanto di attrezzatura professionale. L’abbondanza di munizioni rafforza l'ipotesi che il killer, da anni animato da sentimenti avversione per le persone di colore, potesse fare una carneficina di proporzioni ancora maggiori di quella fatta.
 

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