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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Strage di Prato, è il giorno del lutto cittadino. La Procura: quattro indagati

Minuto di silenzio in scuole, uffici pubblici, fabbriche. Poi la fiaccolata di Cgil, Cisl e Uil. Ma prima, la veglia, le lacrime e il canto dei morti della comunità cinese davanti alla fabbrica dove hanno perso la vita 7 connazionali

Tre giorni dopo le fiamme, le sette vittime, il cartongesso dei ‘loculi’ – dormitorio due per tre, così umiliante e così micidiale; dopo lo sdegno per la vita offesa, la morte di chi ha conosciuto la schiavitù in Italia, a Prato, nel 2013; dopo l’ipocrisia delle troppe parole, dello sdegno all’orologeria post tragedia, è arrivato il giorno del silenzio. Anzi, dei due silenzi.

LUTTOA Prato oggi è il giorno del lutto cittadino, il primo nella storia della comunità: a mezzogiorno si sono fermate simbolicamente le scuole, gli uffici pubblici, le fabbriche. Nel pomeriggio ci sarà la seduta straordinaria del Consiglio comunale. Ed infine, in serata, alle 18:30, Cgil, Cisl e Uil scenderanno in strada per una marcia silenziosa (da via Pistoiese, angolo Via Bonicoli, fino al monumento ai caduti sul lavoro in piazza San Niccolò).

LE REAZIONI DEI POLITICI ALLA STRAGE

COMUNITA’ CINESE – Drappi alle finestre, bandiere a mezz’asta. E una città che resta spaccata in due. Ieri sera, infatti, prima del lutto pratese, la Chinatown più importante del centro Italia si è raccolta lì, dove sette connazionali hanno perso la vita; al Mocrolotto dove i vigili del Fuoco hanno trovato macerie e resti umani carbonizzati. Erano in migliaia in via Toscana per un momento di preghiera intimo e solitario. Fiori, lumi rossi, lacrime, il canto dei morti. La comunità cinese che si stringe nel dolore della morta assurda, e con loro un pezzo di istituzioni locali. C’era l’assessore comunale alla cultura Anna Beltrame, l’assessore comunale all'integrazione Giorgio Silli, l’assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini, la console cinese a Firenze, la vicepresidente della provincia di Prato Ambra Giorgi. Durante la veglia il presidente dell'Associazione Italia-Cina, Gabriele Zheng, imprenditore, ha chiesto ai connazionali di “prendersi la responsabilità e cambiare l’atteggiamento autonomamente per arrivare al rispetto delle regole”.

LA FIACCOLATA IN MEMORIA DELLE VITTIME 

E mentre la città piange e si interroga, proseguono le indagini della Procura di Prato. Vanno avanti nell’incertezza di una situazione paradossale. Delle sette vittime, solo due per adesso quelle riconosciute. Il nome di una donna, regolarmente in Italia da molti anni, riconosciuta dal marito per via della collana. I nomi delle altre cinque vittime (fatta eccezione della prima, irregolare e già identificata), rimangono sconosciuti agli inquirenti che a questo punto ipotizzano l’irregolarità della gran parte delle vittime. Sconosciuti i nomi, non i volti: le loro immagini, ieri sera, campeggiavano sulla porta della fabbrica durante la fiaccolata al Macrolotto. Una volta che la questura avrà compiuto tutti gli accertamenti sulla lista dei morti nel rogo, presumibilmente nella giornata di oggi, il sostituto procuratore Lorenzo Gestri potrà disporre l'autopsia sui cadaveri.

Non ci sono i nomi, per ora, ci sono gli indagati: quattro, tutti cinesi, come scrive Repubblica ed. Firenze:

L'inchiesta della magistratura ha come ipotesi di reato il disastro colposo, l’omicidio colposo plurimo, l’omissione dolosa di tutela e lo sfruttamento di manodopera clandestina. La prima indagata sarà Li Jianli, la titolare dell’azienda “Teresa moda” andata in fiamme che ha aperto i battenti l’11 novembre del 2011. Poi ci sono i gestori materiali dello stabilimento. Per ora nel registro degli indagati tutti cittadini cinesi, “ma non escludo – ha detto il procuratore – che si arrivi a persone di nazionalità italiane”. Il capannone appartiene ad una immobiliare italiana e va chiarito cosa sapessero i suoi responsabili del soppalco in cartongesso e delle condizioni di lavoro all'interno della fabbrica-dormitorio.

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