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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La storia del leone mortale sulla porta del Duomo

Il Duomo di Firenze nasconde tanti storie, tra le quali spicca un inquietante aneddoto su una delle sue incredibili sculture.  Lo storico rinascimentale Giovanni Cavalcanti nelle sue “Istorie fiorentine” riporta un curioso episodio su una delle porte della cattedrale fiorentina: «Come nella via del Cocomero fu un cittadino –scrive Cavalcanti- che sognò che un leone gli mordeva la mano, e che si moriva; e tornògli vero».
 
Via del Cocomero  è l'attuale via Ricasoli, strada nei pressi della Porta di Balla o dei Cornacchini di Santa Maria del Fiore, ingresso edificato verso la fine del '300. A incorniciare questa porta si trova ancora oggi un leone e una leonessa stilofori, entrambi reggenti le colonne tortili della struttura.
Come riportato dallo storico, durante il XV secolo un tale di nome Anselmo, un vicino della famiglia Cornacchini, risiedeva proprio nell'allora via del Cocomero. L'uomo era ossessionato da un incubo ricorrente: sognava di essere sbranato da un leone. Complice la superstizione e il desiderio di esorcizzare questa paura, Anselmo decise di recarsi alla porta laterale del Duomo di Firenze per mettere la propria mano nelle fauci marmoree della statua rappresentante la fiera. 

Nella bocca della scultura però si annidava uno scorpione velenoso che punse il malcapitato Anselmo. E così l’uomo, nella vana speranza di vincere le proprie fobie, morì il giorno stesso. Il sogno fu vero profeta, conclude amaramente lo scrittore: un “leone” aveva davvero ucciso lo sventurato Anselmo.

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