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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Via Ghibellina, 69

La storia della casa del boia

Davanti all'ingresso di via Michelangelo Buonarroti, in prossimità del canto con via San Cristofano, sorge l'antica abitazione del boia fiorentino. Un edificio "isolato", la cui posizione avrebbe ispirato il modo di dire "essere solo come un boia"

Giovanni Paolo Lomazzo, pittore e cronista del '500, riporta un curioso aneddoto sulla ben nota rivalità tra Raffaello e Michelangelo Buonarroti:  «essendo un dì Raffaello in compagnia dei suoi discepoli, incontrò Michelangelo che gli disse: “Dove te ne vai, Raffaello, così circondato come un proposto? Ed egli a lui: “E voi, solo come un boia?”». Un'espressione divenuta proverbiale, mantenuta fino ai giorni nostri: non è insolito, infatti, sentire un toscano definire qualcuno “solo come un boia”. 

Come molte altre città, anche Firenze conserva quella che un tempo fu la dimora dell’esecutore ufficiale delle condanne capitali. Davanti all’ingresso di via Michelangelo Buonarroti, in prossimità del canto con via San Cristofano, si trova ancora oggi un edificio di quattro piani, ricordato dalla tradizione come la “casa del boia”. Proprio qui, infatti, sorgeva l'antica abitazione del carnefice addetto all'esecuzione della pena capitale. 

Osservate attentamente l'edificio: non è un caso che l'abitazione sia isolata su tre lati, quasi “emarginata” dalle case circostanti. La dimora del boia, infatti, doveva essere visivamente staccata dal resto delle abitazioni: da questa usanza deriverebbe il modo di dire “essere solo come un boia”.

Mentre i tre piani superiori presentano uno stile a cavallo tra '800 e '900, sulla facciata all’angolo di via San Cristofano è possibile osservare la data 1547 che, probabilmente, indicherebbe l’epoca della costruzione originaria. Sull'abitazione si trova, infine, un'altra data molto più recente: l'incisione “1915”, che potrebbe indicare il periodo nel quale è stato ridisegnato l'edificio. 

Nel testo “Le strade di Firenze” di Pietro Bargellini viene ricordato che in via delle Pinzochere, dove sorgevano anticamente l'orto e la stalla del boia, prima dell'alluvione del 1966 era visibile la forma di un ferro di cavallo incisa su una pietra lavorata: secondo alcuni studiosi, quella specie di “U” indicava il punto in cui il boia legava le briglie del proprio cavallo.

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