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Cronaca

Autolinee Toscane dopo il primo giorno di gestione del trasporto pubblico: “Il deposito di viale Cadorna in stato di abbandono e degrado sorprendenti”

Intanto i sindacati degli autisti denunciano: “I vecchi gestori ci chiedono indietro le vecchie divise, pena la decurtazione dello stipendio”

“Abbiamo visionato i depositi di tutta la Toscana: non sono tutti uguali. Questo di viale Cadorna (a Firenze, sede ex Busitalia, ndr) è in uno stato di degrado e di abbandono che non ci aspettavamo, sorprendente. Roba da non credere. Qui dovremo fare molti lavori per riportarlo al livello patrimoniale adeguato”.

Così ieri Jean-Luc Laugaa, amministratore delegato di Autolinee Toscane, che da ieri, 1° novembre, gestisce tutto il trasporto regionale su gomma, subentrata alle varie aziende di trasporto pubblico locali preesistenti.

“E' un subentro complesso e impegnativo: unificare 22 aziende richiede tempo, impegno e qualche sacrificio. A questo si aggiungono le difficoltà create dal Covid e dal green pass, come la carenza degli autisti. Servirà un po’ di tempo prima di vedere un servizio più affidabile e omogeneo. Ma questo è il nostro obiettivo che vorremmo realizzare entro il prossimo settembre”, aggiunge Laugaa.

Alcuni disagi si sono verificati nella vendita di biglietti e abbonamenti. A causa del giorno di festa, ieri erano attive solo 10 biglietterie delle 35 istituite e molte delle 3mila rivendite autorizzate (bar, tabacchi o negozi) erano chiuse.

Anche per questo c’è stato un boom di accessi e registrazioni al sito web at-bus.it con qualche lentezza di rete e difficoltà a rispondere a tutte le migliaia di utenti. Al primo pomeriggio si contavano 46.000 utenti registrati, con una tendenza di oltre 1.000 nuove registrazioni ogni ora, con punte fino a 1.500.

Intanto il sindacato Fast Confsal denuncia: “I vecchi gestori, Ataf Gestioni e Busitalia, chiedono ai lavoratori la restituzione di vestiario e badge. Minacciano azioni legali o trattenute nella busta paga di novembre, l’ultima che riceveranno i lavoratori dalle rispettive aziende, se non verranno restituite le dotazioni di vestiario. Ma i lavoratori  si  troveranno impossibilitati  a  poter  adempiere  a  questa  richiesta  non  sapendo  di  quali  dotazioni  stanno  reclamando  la restituzione e rischiano  di  fatto  una  decurtazione  non quantificabile della propria bustapaga”.

Su questa vicenda arriva anche il commento del nuovo ad Laugaa: “L’ordine di servizio arrivato dai passati gestori ai dipendenti di restituire le divise? Immagino Ferrovie dello Stato (che controlla Busitalia, ndr) non sapesse niente di questa decisione illogica della sua partecipata, conosco la serietà di FS. Troveremo soluzioni con sindacati e dipendenti, che ringrazio. Credo che ai passeggeri queste polemiche interessino poco”.

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