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Cronaca

Stadio, ognuno dice la sua: "Facciamolo a Campi". "No, alle Cascine". "Usiamo la Scuola Marescialli"

Saltano fuori le ipotesi più disparate, con il sindaco che cerca di tranquillizzare sui finanziamenti. Resta la domanda delle domande: perché così tanti soldi pubblici per uno stadio?

Accantoniamo il progetto del nuovo stadio Franchi e costruiamolo a Campi Bisenzio. Macché, emendiamo il piano operativo comunale e facciamolo alle Cacine. Non sia mai, c'è il campo sportivo di quella colata di cemento su Castello che è la Scuola Marescialli: perché non aggiungere qualche tribuna e far giocare lì la Fiorentina?

O magari all'interno del campo di atletica Luigi Ridolfi, proprio di rimpetto al Franchi: meno spaesamento per i giocatori, magari potrebbe giovare ai viola. Sui social, e tra le dichiarazioni dei vari politici di turno, spuntano davvero le ipotesi più variegate. Ovviamente, a tenere banco, è il rischo stop a 55 milioni di euro di fondi pubblici europei da destinare alla 'riqualificazione' dell'Artemio Franchi.

La doccia fredda di mamma Europa

La doccia gelata del possibile stop su Palazzo Vecchio è arrivata lunedì sera da Bruxelles, filtrata da Roma, via Palazzo Chigi. "Si tratta di una piccola percentuale di fondi", ha prima provato a stemperare l'amministrazione comunale. Ieri il sindaco Dario Nardella invece ci è andato giù più pesante, mandanto a dire ai burocrati europei di non capire i loro dubbi, parlando di un progetto "eccellente" e annunciando una spedizione a Bruxelles per risolvere la questione.

Torna in auge Campi

Nel frattempo, come detto, rimbalzano le proposte più variegate. A tornare a chiedere di farlo a Campi, ipotesi che da sindaco aveva caldeggiato l'attuale segretario regionale Pd Emiliano Fossi, sono tra gli altri due candidati a primo cittadino di quel comune nelle elezioni di maggio, Antonio Montelatici, sostenuto da Fdi, e l'ex assessore 'fossiano' Riccardo Nucciotti.

Perché non le Cascine?

C'è poi chi si lancia sulle Cascine. "Propongo un'osservazione al Piano operativo comunale per prevedere la realizzazione di un nuovo stadio, di proprietà della Fiorentina, nell’area dell’ippodromo del Visarno", dice l'ex leghista, ora consigliere del gruppo Centro e vicepresidente del consiglio comunale, Emanuele Cocollini. Ovviamente, con tanto di "centri commerciali e strutture ricettive necessarie a soddisfare il piano economico finanziario della Fiorentina". Con buona pace del verde pubblico. Proposta già seccamente bocciata, tra gli altri, dal Movimento 5 Stelle, per non "martoriare" ancor più quella zona di città

Al momento, l'ipotesi di gran lunga più realistica pare restare quella della ristrutturazione del Franchi, con la Fiorentina che dovrà giocare due campionati, da metà 2024 a metà 2026, lontano da Firenze. E qui appunto ognuno lancia il carro avanti ai buoi. Molto avanti.

Giani e la Scuola Marescialli

Anche il presidente della Regione Eugenio Giani si getta nella mischia ed è lui a proporre di utilizzare il campo sportivo della Scuola Marescialli di Castello. "Mettere qualche tribuna in più - è il cuore del ragionamento -, alla società viola costerebbe meno che affittare uno stadio per due anni". Già, l'affitto di un impianto per giocare le partite casalinga: Modena, Parma, anche qui, le città candidate, spesso a loro insaputa, sono più d'una.

Empoli

Forse la più realistica resta il Castellani di Empoli, anche se la sindaca Brenda Barnini ha già messo le mani avanti, storcendo parecchio il naso di fronte alla possibile 'invasione' di tifosi viola ogni due settimane. Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso in questi giorni parla poco, almeno pubblicamente. Lui il Franchi l'avrebbe buttato giù e rifatto ex novo. Come si fa in 'America', con tanti saluti alla buon'anima del Nervi.

E Renzi?

Non poteva non farsi sentire un ex sindaco come Matteo Renzi. “Comprendo le perplessità dell’Unione Europea", ha detto il leader di Italia Viva sul niet bruxellese agli ulteriori 50 milioni pubblici da destinare al Franchi (i 95 milioni già stanziati con il Pnrr invece restano comunque).

"Ho sempre detto - prosegue Renzi -, che i soldi pubblici non devono andare sullo stadio e capisco le critiche europee su questo progetto. I soldi del Pnrr vanno messi sulle Cascine, sulle periferie, sull’Arno, sulle scuole. Lo stadio va fatto con i soldi dei privati". Per una volta, una considerazione che accomuna l'ex rottamatore con ampie fasce della sinistra.

Domanda da un milione (anzi da 150)

La domanda è: perché mettere 150 milioni di euro per ristrutturare uno stadio, sebbene comunale e dunque pubblico, ancorché concesso ad un privato? E per di più, proprio in questo momento storico, costellato da violentissimi tagli nel welfare e nella spesa sociale? Perché non metterli in sanità (che, dopo le lacrime di coccodrillo della pandemia, subirà tagli anche quest'anno), nelle case popolari (con quei soldi si potrebbe dare un alloggio a tutte le famiglie in lista d'attesa a Firenze), oppure per asili nido, scuole, strade, trasporto pubblico o per mille altri utilizzi molto più utili alla collettività?

"Ma quei 95 milioni (quelli che, al netto degli altri 55 ora in bilico, andranno comunque al Franchi, ndr) sono vincolati, devono essere usati per lo stadio", non si stancano di ripetere da Palazzo Vecchio. Il domandone, appunto, è proprio questo: perché è stato deciso di 'vincolarli' a tale scopo? Qualcuno lo ha deciso: del resto, non è mica scolpito nella pietra.

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