Somalo in escandescenza, tensione a Villa Pieragnoli nel centro Caritas

Attimi di panico e tensione ieri nel centro per rifugiati richiedenti asilo politico di Villa Pieragnoli a Settignano, la struttura è gestita dalla Caritas che ospita, secondo criteri di rotazione, uomini e donne provenienti da luoghi e paesi in guerra. Ieri qualcosa non è andato, e c’è voluto l’intervento dei carabinieri per riportare la calma. Tutto è successo quando un funzionario del Comune di Firenze e un responsabile della Caritas sono andati a notificare a 4 somali la scadenza del tempo di permanenza concesso nella struttura. Tre di loro hanno preso la notizia con tranquillità. Uno invece è andato in escandescenza: ha cominciato a discutere animatamente con il funzionario; poi dopo un breve conciliabolo con alcuni compagni è tornato alla carica con questi ultimi, hanno preso i due uomini e li hanno chiusi in una stanza del centro. I due “prigionieri” hanno subito chiamato con il 112 con il cellulare. I carabinieri intervenuti sul posto hanno riportato l’ordine.   

Il somalo in questione ha trovato un lavoro a Firenze e sembrava ben avviato verso il percorso di integrazione previsto da un progetto di ministero dell'Interno e Comune di Firenze. “La struttura di Villa Pieragnoli può ospitare 55 persone che secondo un progetto finanziato dal Viminale e dal Comune prevede di accompagnare ad un percorso di autonomia chi vi viene ospitato", ha spiegato l'assessore comunale ai servizi sociali, Stefania Saccardi. "Nel caso specifico del somalo - spiega l'assessore - il periodo di permanenza previsto era scaduto. Questa volta la reazione è stata eccessiva ma purtroppo molto spesso, quando avvisiamo i singoli ospiti che è finito il periodo di permanenza, ci sono sempre discussioni con il personale del Comune e della Caritas. Villa Pieragnoli non è una struttura dove ci si vive 'per sempre' ma serve a favorire percorsi di accoglienza ai profughi in Italia”.