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Sollicciano, Di Giacomo: "Tra i peggiori d'Italia, emblema del fallimento del sistema: va ricostruito" / VIDEO

Il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria in visita all'istituto di pena di via Minervini. "Detenuti fragili in mano alle cosche"

"Sollicciano è l'emblema del fallimento del sistema carcerario italiano". Lo sottolinea il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria (Spp), Aldo Di Giacomo, nel corso di una conferenza stampa organizzata all'ingresso del penitenziario fiorentino. Di Giacomo, infatti, da alcuni giorni è in sciopero della fame e ha iniziato un tour per il Paese "per sensibilizzare le istituzioni e la politica su un tema così importante come quello del mondo carcerario".

Sollicciano "è uno degli istituti penitenziari peggiori d'Italia, insieme a Poggioreale e a quello di Torino. Abbiamo avuto un suicidIo dall'inizio dell'anno, però c'è un sovraffollamento incredibile. Inoltre, è carente di agenti e di personale sanitario: non è pensabile che lo psichiatra venga solo una volta a settimana. E' un carcere in cui sicuramente lo Stato ha perso il controllo e da cui bisognerebbe ripartire: far capire, cioè, alle organizzazioni criminali che nelle carceri comanda lo Stato".

Carcere, Nardella: "A Sollicciano blatte e infiltrazioni, inaccettabile"

Per quel che riguarda il futuro del carcere, conclude, Sollicciano, come altre carceri, "va assolutamente ricostruito" anche con le risorse del Pnrr, "per ridare dignità alla pena e ai lavoratori". Su questo, "ho sentito Nardella: dico che ce ne vorrebbe di più di sindaci come lui, a disposizione, perché in altre realtà questo non succede".

Di Giacomo: "Detenuti fragili in mano a cosche, devono uscire e andare in centri di cura"

"Mai come negli ultimi 20 anni la situazione nelle carceri italiane è stata così drammatica. Ad oggi abbiamo 54 detenuti suicidati, il massimo storico in 27 anni. Tutti giovanissimi, che hanno commesso reati non associativi, non gravi: erano fragili e avevano bisogno dell'aiuto dello Stato, che però non è stato in grado di garantirgli la vita", aggiunge poi il segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), Aldo Di Giacomo, nel corso della conferenza stampa organizzata all'ingresso del penitenziario fiorentino, Sollicciano. 

"Negli ultimi due anni - prosegue - abbiamo avuto un incremento del 1.300% degli eventi critici, con i detenuti più forti che picchiano quelli più deboli o la polizia penitenziaria". Numeri drammatici, dice, "però non è cambiato assolutamente nulla". Il punto, sottolinea, è che gli alcol o tossicodipendenti, oppure gli psichiatrici, non dovrebbero stare in cella. "Il ministero della Giustizia mi dice che ce ne sono 800. In realtà sono molti di più, perché un terzo di detenuti sono stranieri e la certificazione di un detenuto psichiatrico, ad esempio, non avviene automaticamente. Parliamo di circa 4.000 detenuti sui 57.000 complessivi, che vengono usati dalle organizzazioni criminali per fare casino all'interno degli istituti penitenziaria".

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Il problema delle aggressioni agli agenti, infatti, "è serio. Ma ha una lettura molto particolare. I veri criminali non picchiano mai gli agenti", così i più fragili, quelli "che dovrebbero stare fuori dalle prigioni, in centri appositi dove curarsi, vengono utilizzati dalle organizzazioni criminali per reati di sopraffazione nei confronti degli agenti e di altri detenuti più deboli. Non lo dico io- prosegue- ma la Direzione nazionale antimafia. E anche i ritrovamenti, all'interno delle carceri, di quantitativi di droga inimmaginabile e di cellulari con cui i detenuti riescono a organizzare i loro traffici", interni ed esterni. 

Per Di Giacomo, quindi, è necessario "costruire nuove strutture per ridare dignità alla pena e ai lavoratori. Va poi curato in centri specifici chi dipende da alcol e droga, così come gli psichiatrici". Infine "serve un incremento degli organici: non solo della polizia penitenziaria, ma anche di educatori e mediatori culturali".

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