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Cronaca

Sicurezza sul lavoro: nel 2021 oltre 9.600 infortuni gravi in Toscana

Focus in Regione: i settori più colpiti dagli infortuni sono costruzioni, industria, agricoltura e commercio

In regione, fino al 2019, è stata registrata una diminuzione di tutti gli infortuni, lievi, gravi e mortali. Nel 2020 c’è stato un calo degli infortuni gravi e un lieve aumento di quelli mortali, ma questo è dovuto al Covid, riconosciuto come causa di infortunio sul lavoro; escludendo le morti da Covid, risultano stabili anche gli incidenti mortali. Nel 2021, infine, le stime prevedono un leggero aumento, ma nuovamente i numeri sono stabili se si escludono i casi legati al Covid-19.

Sono questi alcuni dei dati emersi dal focus sulla sicurezza sui luoghi di lavoro che si è tenuto ieri pomeriggio in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd). I numeri, forniti dal Cerimp, il Centro di riferimento regionale per l'analisi dei flussi informativi su Infortuni e malattie professionali o da lavoro, indicano una stima nel 2021 di 9602 infortuni gravi riconosciuti in Toscana, di cui 7mila 771 in occasioni di lavoro e mille 831 in itinere.

Morti bianche

Per quanto riguarda le morti bianche, la stima a dicembre 2021 è di 52, di cui 38 sul lavoro e 14 in itinere. I settori più colpiti sono le costruzioni, seguiti da industria, agricoltura e commercio. Muoiono sul lavoro più spesso gli uomini, e si registra una tendenza ad un aumento degli incidenti gravi nelle fasce di età giovanile e tra i più anziani, anche in età di pensione.

“Vogliamo comprendere se, nel nostro ruolo di legislatori, possiamo fare qualcosa di più, a livello di norme, di organizzazione e di interventi, per migliorare la situazione. Per questo, sulla base dei dati, abbiamo avviato un confronto con tutti gli stake-holders” ha detto il presidente di commissione Sostegni.

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“Il livello dei controlli svolti in Toscana è più alto della media nazionale – ha aggiunto l’assessore alla sanità Simone Bezzini – ma dobbiamo certo migliorare e assumere nuove iniziative anche alla luce dei rapidi cambiamenti che coinvolgono il mondo del lavoro”.

"Se da un lato è indubbio che la Regione Toscana è all’avanguardia in Italia per le politiche di prevenzione e di tutela del diritto alla salute nei luoghi di lavoro, grazie ai suoi servizi di prevenzione pubblici delle aziende sanitarie e ai protocolli specifici realizzati per aree e settori produttivi, dal marmo al legno dalla carta all’edilizia, dall’altro è altrettanto vero che il lavoro è cambiato profondamente e a una velocità che obbliga anche noi come legislatori a interrogarci su quali siano le misure più utili per impedire che una persona possa rischiare la vita o perderla sul lavoro” ha infine sottolineato il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, promotore del focus con Sostegni.

La prevenzione

L’organizzazione della prevenzione e il controllo della sicurezza sul lavoro in Toscana è affidata ai servizi Pissl (Prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro). Per la prevenzione la Regione ha attualmente stanziato 3milioni e 900mila euro, mentre la percentuale dei controlli nelle aziende tocca quota 7-8 per cento (l’obbligo richiesto a livello nazionale è del 5). La percentuale sale al 12 per cento per i cantieri edili, ma, hanno sottolineato i responsabili del servizio, negli ultimi 4 anni il personale si è ridotto del 20 per cento ed è sempre più difficile centrare gli obiettivi che ci si è posti.

Asl

Da parte dei rappresentanti delle aziende sanitarie della Toscana è stato sottolineato, come ha detto Roberta Consigli per la Asl nord-ovest, la necessità “di riflettere sui dati effettivi e mantenere lucidità senza farsi trasportare dall’onda emotiva” e di “capire quali modalità siano più efficaci, perché non sempre un aumento dei controlli porta benefici”. Renzo Berti per la Toscana Centro ha evidenziato come le ultime proposte a livello nazionale “puntando solo sul controllo e non sulla prevenzione rischino di peggiorare la situazione” e Domenico Viggiano per la Sud-est ha posto l’accento sull’importanza di effettuare controlli “in maniera multidisciplinare” affrontando la questione della sicurezza sul lavoro da numerosi punti di vista.

Sindacati

Da Cgil e Cisl è arrivata la richiesta di un’integrazione e coordinamento più forti delle misure, di investire sulla cultura della sicurezza e della salute nelle scuole, di porre l’attenzione sul fatto che si avrà sempre più a che fare con lavoratori anziani, visto l’innalzarsi del limite di età per la pensione.

Confindustria

Anche da parte di Confindustria Toscana si è chiesto di puntare sui temi della cultura della sicurezza, della formazione, della semplificazione; Cna ha ribadito che l’iniziativa del governo nazionale, concentrandosi solo sulle sanzioni, rischia di non produrre effetti positivi; Confprofessioni ha chiesto che la formazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro sia svolta da professionisti di riconosciuta validità.

Il focus in commissione Sanità proseguirà nelle prossime settimane con un giro ulteriore di audizioni, in cui saranno sentiti i rappresentanti del mondo agricolo, del settore dell'edilizia e l'assessorato regionale all'istruzione, a cui seguirà una riflessione su quali strumenti concreti sia opportuno approntare.

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