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Cronaca

Siccità: l'agricoltura toscana trema

I livelli delle acque nella provincia fiorentina non preoccupano ancora ma serve un piano per sprecare meno risorse possibili in vista dei prossimi mesi

La siccità in Toscana spaventa, ma non si sono ancora toccati i livelli di allarme. È questo quello che emerge dall'ultima riunione  dell’Osservatorio permanente degli utilizzi idrici, che si è riunito nei giorni scorsi sul problema che sta attanagliando l'Italia intera ormai da mesi, e che preoccupa in vista dell'imminente stagione estiva. Il livello evidenziato di severità idrica è medio. Ciò significa che non si devono creare allarmismi, ma che la situazione è da monitorare in maniera costante.

In particolar modo, nell'area fiorentina, i livelli delle acque sono abbastanza buone. A sorridere è soprattutto l'invaso del Bilancino, che risulta pieno al 94%, con oltre 64 milioni di metri cubi di acqua. “In Toscana a marzo è piovuto poco meno della media, calcolata sugli ultimi 30 anni con 65 mm contro i 79 mm attesi – dichiara Isabella Bonamini, dirigente tecnico dell'Autorità del Bacino dell'Appennino settentrionale -. Rispetto al mese precedente abbiamo visto però che le falde hanno un livello un po' più alto, e questo è un aspetto positivo, soprattutto gli invasi dell'area fiorentina. Anche le previsioni che facciamo insieme a Lamma, che sono nel medio-lungo periodo, sono al momento positive. Nei mesi di aprile, maggio e giugno ci si attende piogge nella media, anche se giugno in realtà non è quasi mai un mese molto piovoso. Al contrario la nota negativa è che si prevede un giugno più caldo della media, e questo può avere un impatto non tanto sui corpi idrici ma su un maggior utilizzo di acqua”.

Insomma, anche per quest'anno in Toscana, a parte alcuni luoghi dove le difficoltà possono essere maggiori (come le aree del Magra, o la costa livornese), sembra che l'emergenza non sia ancora alle porte. Non bisogna però mettere la testa sotto la sabbia. Il cambiamento climatico è ormai realtà da qualche anno, e sarà fondamentale adattarsi per evitare crisi idriche: “Nel fare i calcoli sulle disponibilità ormai bisogna tener conto delle minori piogge nell'ultimo periodo - continua l'esperta -. Più che minori direi che oggi giorno piove in maniera diversa. Magari piove in maniera più concentrata in certi periodi per poi stare un sacco di tempo senza pioggia. Quindi la cosa da fare è adattarci a questo nuovo modo e immagazzinare il più possibile risorse quando ci sono e utilizzare strumenti alternativi. Abbiamo chiesto dei finanziamenti per la progettazione di interventi per il riuso delle acque reflue depurate, che è una fonte certa. Oppure se avessimo a giro per la Toscana un altro paio di Bilancini, non ci sarebbero problemi. A questi vanno uniti interventi più diffusi sul territorio, come piccoli invasi ad uso irriguo e una gestione più corretta dell'acqua. Purtroppo ricevere questi finanziamenti è sempre complicato”.

Se da una parte il livello delle acque non è ancora allarmante, preoccupa invece il mondo dell'agricoltura, legato strettamente all'andamento delle piogge e del clima. Anche qui il problema ancora non si tocca con mano, ma urgono piani specializzati per far fronte ad uno scenario che inevitabilmente ci sarà sempre di più col passare del tempo, ma che sta già penalizzando non solo gli agricoltori, ma anche i clienti finali, che vedono lievitare nei supermercati i prezzi dei vari prodotti. “Il problema ancora non esiste, ma in questi anni non abbiamo fatto niente in quest'ottica – dichiara il presidente di Coldiretti Firenze Roberto Nocentini -. Per questo motivo quest'anno sarà peggio degli altri anni, perché andremo sempre a peggiorare. Siamo preoccupati, perché il settore è in crisi: olive, olio, viti ma anche la zootecnia. L'acqua è un ingrediente indispensabile per tutte queste attività, e se non ci organizziamo, si rischia di perdere tutto ciò. Quando non c'è la giusta produzione purtroppo il mercato fa il prezzo. Quanto aumenteranno i prodotti è impossibile dirlo al momento, ma è ovvio che meno prodotti ci sono più il prezzo sale. È fondamentale in quest'ottica attuare dei lavori di adeguamento degli invasi. Dall'altra parte gli agricoltori devono cercare di sprecare meno acqua possibile e utilizzare dei prodotti che possono essere maggiormente resistenti a questi cambiamenti climatici”.

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