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Cronaca

Shoah: al via il progetto delle 'Pietre d’Inciampo'

Nel 2020 saranno collocate in città

Questa mattiana è stato presentato il progetto 'Pietre d'Inciampo' presso la sede della comunità ebraica di Firenze.

Un piccolo sampietrino e una piastra in ottone per tramandare alle future generazioni la memoria di chi, durante il periodo nazifascista, fu deportato nei campi di concentramento, spesso senza fare più ritorno.

E’ il progetto delle “Pietre d’inciampo” fortemente voluto dalla Comunità Ebraica di Firenze e che prende vita dopo la delibera dell’assessore alla Toponomastica approvata dalla Giunta del Comune il 9 aprile scorso.

La posa della prima “Pietra d’inciampo” è in programma a gennaio 2020 in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, e si stima che saranno circa 50 quelle che in diversi periodi dell’anno e in diverse strade, sul marciapiede di fronte alle abitazioni dei deportati, saranno posizionate in città.

L’idea di portare le opere dell’artista tedesco Gunter Demnig a Firenze è nata su sollecitazione di alcune famiglie fiorentine per ricordare i propri familiari deportati. Da qui la richiesta da parte della Comunità Ebraica al Comune.

Il progetto consiste nella posa in opera di piccole targhe in ottone della dimensione di un sampietrino (10 x 10 cm) sul selciato nella zona prospiciente l’abitazione della vittima, su cui ne sono incisi i dati personali. Ad oggi si contano oltre 60mila pietre in molti Paesi europei, tra cui tante città italiane. 

Cosa sono le 'Pietre d'Inciampo'

Le “Pietre d’Inciampo” nascono a metà degli anni ’90 per ricordare tutte le vittime della deportazione nei campi di concentramento nazisti, indipendentemente da credo religioso, appartenenza politica, origine etnica, nazionalità, orientamento sessuale.

Sono così chiamate perché hanno lo scopo di far “inciampare” in senso figurato le riflessioni dei passanti, cittadini o turisti, costringendoli a ricordare il motivo per il quale i sampietrini si trovano in quel preciso luogo; un monumento privo di verticalità e addirittura interrato che necessita della distanza ravvicinata per essere notato e osservato, che pur non imponendosi riesce a catturare l’attenzione del passante intrecciando memoria pubblica e privata, passato e presente, individuo e collettività. Una delle caratteristiche peculiari di quest’opera è la sua totale integrazione con il tessuto urbano della città e diffuso sul territorio.

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