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Cronaca

Sfruttamento sul lavoro nella logistica in Toscana: uso di droga per restare svegli

Presentato lo studio realizzato dalla cooperativa Cat commissionato dalla Cgil, dove emerge un preoccupante scenario nella logistica fiorentina e toscana: turni insostenibili, stress,intimazioni, ricatti nelle storie di magazzinieri, corrieri e camionisti

Turni insostenibili, stress, intimazioni, ricatti: questo lo scenario della logistica fiorentina e toscana descritto nello studio realizzato da Cat, commissionato dalla Cgil. Il progetto “Logistica e Sfruttamento lavorativo. Un’indagine nell’aerea metropolitana fiorentina” mira a ricostruire i processi e le dinamiche dello sfruttamento lavorativo nel settore della logistica sul territorio, attraverso la raccolta di esperienze dirette di lavoratori e lavoratrici.

Per questa ricerca sono state effettuate, da aprile 2015 a ottobre 2016, 31 interviste qualitative anonime (soprattutto tra Firenze e Prato, qualcuna anche in altre parti della regione) con lavoratori e delegati Filt Cgil dei tre comparti: autisti di trasporti a lunga percorrenza, corrieri, magazzinieri. Sono state inoltre svolte 4 interviste con testimoni qualificati con l’obiettivo di inquadrare l’andamento generale del fenomeno nei tre comparti: sono responsabili Filt Cgil e del settore della logistica.

La ricerca, presentata alla Camera del lavoro di Firenze, mostra come alcune dinamiche di sfruttamento si manifestino non solo in contesti nazionali noti (sud dell’Italia, area padana) ma anche in Toscana e nell’area metropolitana fiorentina; non solo in comparti del settore agricolo, sui quali le cronache e le indagini hanno recentemente gettato luce, ma anche in un settore come quello della logistica, una delle frontiere più avanzate dello sviluppo capitalistico europeo.

Dice Gabrio Guidotti di Filt Cgil Toscana: “Le dinamiche di sfruttamento, accelerate dal boom dell’e-commerce, s’innestano su alcune vulnerabilità della forza lavoro del settore: la precarietà e la nazionalità straniera, l’eccesso di straordinari e la reiterata violazione della normativa relativa all'orario di lavoro e ai periodi di riposo, la presenza di intimazioni e minacce, l’abuso della vulnerabilità del lavoratore, la sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro. La situazione in Toscana è a macchia di leopardo: in alcune zone siamo al far west, una situazione non accettabile; invece alcune aziende, anche multinazionali, hanno compreso l’importanza di fare un passo in avanti e con loro si sono firmati accordi importanti che hanno migliorato la situazione.

"Dieci anni fa le cose andavano in modo molto peggiore, oggi ci sono dei miglioramenti - basti pensare che un lavoratore in media ha un salario mensile medio di circa 1.500 euro - , sono anche iniziati processi di rivendicazione da parte dei lavoratori. Ma ora si deve fare di più. Sul caporalato ci sono una legge nazionale e un protocollo regionale: in questo spirito, chiediamo alla Regione di aprire un tavolo sugli appalti privati della logistica”.

"Lavoravi tredici-quattordici ore al giorno" - si legge in una delle testimonianze raccolte - "Lo stipendio era di cinquantacinque euro al giorno (...)". "Tempo fa, picchiai il furgone sotto un ponte, sbagliai, tornai la sera, e praticamente giustamente incazzato e il titolare mi disse testuali parole: “Non ti faccio pagare niente se tu mi firmi la lettera di dimissioni”. Poi il problema dall'uso di droghe: "Un altro problema che abbiamo all'interno di queste cooperative, che lavorano con questi ritmi di lavoro massacranti, è che tante persone fanno anche uso di stupefacenti per poter reggere, per poter reggere la tensione. Gente, che fuma, e gente anche che sniffa cocaina, per poter reggere. Mantenere il ritmo".

Queste alcune delle pratiche nella logistica fiorentina e toscana, emerse dallo studio di Cat attraverso le voci degli intervistati: svolgere straordinari non pagati, svolgere ore di lavoro superiori a quelle sul contratto, essere costretti ad accettare straordinari in orario festivo, non poter/riuscire a fare pausa pranzo, avere giorni di ferie cancellati quando se ne ha diritto, cambiare l’orario di lavoro di giorno in giorno, avere conseguenze fisiche per i ritmi di lavoro, sapere quando si entra ma non sapere quando si esce dal lavoro, non avere diritto al riposo settimanale, ricevere pressioni per lasciare il sindacato, ricevere insulti-vessazioni-ricatti dai superiori, non essere chiamati a lavorare se si pretende l’igienizzazione del camion, essere licenziato se si pretende la regolarità dei permessi di circolazione, ricevere pressioni per non fermarsi per riposare o mangiare e arrivare a destinazione più velocemente.

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