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Cronaca

Moschea, domani è il giorno dello sgombero: "Giornata delicata". Appello di Nardella alla proprietà

Il sindaco: "Situazione delicata, la proprietà si renda disponibile ad aiutare"

Ci siamo, di nuovo. Domani, dopo il rinvio dello scorso 16 dicembre, è il giorno fissato per l'esecuzione dello sfratto della moschea di Borgo Allegri. Nonostante gli ultimi appelli della comunità islamica ad avere più tempo per trovare un luogo alternativo, la proprietà, l'immobiliare Finvi di Prato, sembrerebbe irremovibile.

"Chiediamo altri sei mesi di tempo. A novembre ce ne andremo spontaneamente, in ogni caso. Lo sgombero ora significherebbe lasciare migliaia di fedeli senza un luogo di culto", aveva dichiarato nei giorni scorsi a Repubblica l'imam di Firenze, ex presidente Ucoii, Izzedin Elzir, impegnato da mesi a visitare decine e decine di potenziali luoghi adatti alla nuova moschea.

Il problema però, per molti proprietari, sarebbe proprio la destinazione d'uso: la moschea appunto, come fatto sapere più volte dallo stesso Elzir: "Quando vengono a saperlo ci chiudono la porta in faccia".

E così stamani il sindaco Dario Nardella, a margine del Cosp, Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, riunito in prefettura e coordinato dalla prefetta Francesca Ferrandino, ha mandato un nuovo appello alla proprietà.

"Faccio un appello alla proprietà a farsi carico di una situazione estremamente complessa e delicata. Si renda disponibile ad aiutare. Stiamo parlando dello sgombero di un luogo di culto, un fatto del tutto eccezionale", dice il sindaco. Nei fatti, è la richiesta di concedere più tempo alla comunità islamica.

Come il 16 dicembre scorso però, che peraltro cadeva di venerdì ed era giornata di preghiera, la proprietà sembrerebbe non avere alcuna intenzione di cedere. A dicembre l'esecuzione dello sfratto fu rinviata per motivi di ordine pubblico. Vedremo quello che accadrà domani.

"Stiamo seguendo la situazione, ora per ora, con grandissima attenzione e cautela, per evitare che emergano problemi di qualunque natura, a cominciare da quelli di ordine pubblico. Anche la prefetta si sta impegnando al massimo", aggiunge Nardella, che parla di "giornata delicata".

"C'è grandissima attenzione da parte della prefettura, delle forze dell'ordine e del Comune. Mi auguro che non ci sia alcun tipo di disordine. Mi auguro che si faccia di tutto per evitare qualunque possibile problema d'ordine pubblico", aggiunge.

"Tutti noi dobbiamo andare incontro alle esigenze della comunità islamica, che chiede solo un po' di tempo in più per arrivare a una soluzione su cui, lo posso testimoniare, c'è il massimo impegno. Stiamo supportando giorno per giorno la comunità, con un lavoro paziente. E' chiaro che non possiamo sostituirci alla comunità: non sta a noi costruire, realizzare, pagare l'opera o il luogo di preghiera. Tuttavia è nostro dovere supportare l'associazione e la comunità islamica nel trovare una soluzione", sottolinea il primo cittadino.

"Stiamo parlando di un diritto fondamentale che appartiene a ogni comunità religiosa, quello di pregare. E quando una comunità religiosa non ha un luogo dove pregare non si tratta di un problema privato, ma riguarda tutta la città e la comunità pubblica", ribadisce Nardella, secondo il quale la soluzione, a cui lavora alacremente la comunità islamica, per trovare appunto un altro spazio, "non è lontana".

Sul versante politico, all'attacco c'è sempre la Lega, che chiede di sgomberare, senza se e senza ma. Stesso concetto ribadito nei giorni scorsi dal leader del Carroccio e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini. All'opposto, la sinistra di Palagi e Bundu critica l'amministrazione.

"Ancora una volta una questione sociale si riduce a essere un problema di ordine pubblico, mancando di rispetto a una parte importante della cittadinanza - commentano i due consiglieri di Sinistra progetto comune -. Si chieda alla proprietà e alle autorità di prendere alcuni mesi per trovare una soluzione, entro l'anno in corso, in modo che la campagna elettorale delle amministrative non sia portata avanti sulla pelle di chi sta di fatto subendo una discriminazione su base religiosa".

Il precedente, fedeli in massa ma nessun disordine: sfratto rinviato / FOTO

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