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Cronaca

Dirty market, sequestrate in Toscana quasi 3 tonnellate di pesce scaduto

I controlli hanno coinvolto la Firenze, Scandicci, Prato, Livorno e Grosseto

Si chiama "Dirty market" l'operazione della guardia costiera che ha portato al sequestro di 2.700 chili di prodotti, al ritiro dal mercato di 6 tonnellate di merce e a 90mila euro di sanzioni.

"Dirty market" - coordinata dalla Direzione marittima di Livorno - si è svolta nel periodo delle festività natalizie in Toscana è stata eseguita da 26 uffici marittimi regionali, isole comprese, con 736 controlli, dai quali sono scaturiti 62 illeciti e 41 sequestri, tra attrezzature da pesca e prodotti ittici. 

Firenze e Scandicci

Ben 650 chili di astici, scampi e altri crostacei pregiati, oltre che sogliole e calamari sono stati sequestrati tra Firenze e Scandicci. Alcuni prodotti non avevano la regolare documentazione di provenienza, altri invece erano scaduti. Le sanzioni inflitte ai responsabili ammontano complessivamente a 5.000 euro.

Prato 

3.500 euro di sanzione ad un ristorante di cucina etnica a Prato per la detenzione di prodotti ittici senza alcun tipo di documentazione
riguardante la tracciabilità. Rombi, totani, scampi, gamberi, branzini e altri pesci congelati erano tenuti in buste anonime prive di qualsiasi segno di riconoscimento. Altri prodotti, tra i quali scampi e surimi, risultavano già scaduti.

Livorno

Presso un supermercato livornese i militari hanno trovato confezioni di prodotto congelato con etichettatura non conforme. Sulle scatole della merce si leggeva "nasello", ma dopo i controlli degli ispettori è risultato che il pesce imbustato fosse un altro meno appetibile dal punto di vista commerciale. Sequestrata una tonnellata e mezzo di prodotto, mentre il rimanente distribuito sul mercato nazionale, circa 6 tonnellate, è stato ritirato in via cautelativa dalla stessa società che dovrà pagare una sanzione da 1.500 euro.

Provincia di Grosseto

Sequestrati 21 chili di pesce e multa da 8.500 euro a cinque operatori commerciali nel grossetano. In particolare a tre ristoratori sono stati contestati violazioni per la mancanza di documentazione di tracciabilità. L'Ufficio circondariale marittimo di Porto Santo Stefano ha emesso una sanzione da 12mila euro ai danni di due unità da pesca per non aver trasmesso correttamente i dati relativi alla loro posizione in mare - trucco talvolta utilizzato per cercare di eludere i controlli - e per aver navigato in aree con misure di restrizione dell'attività di pesca.

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