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Cronaca

I segreti della Certosa di Firenze

E' a pochi chilometri da Porta Romana e per raggiungerla basta percorrere la via Cassia. Vi raccontiamo alcune curiosità sulla Certosa di Firenze, uno dei monasteri più imponenti della Toscana

E’ sufficiente percorrere la celebre strada consolare Romana verso il Galluzzo per imbattersi in un imponente Monastero. Proprio qui, sul Monte Santo alle porte di Firenze, Niccolò Acciaioli (1310-1365), banchiere fiorentino, Gran Siniscalco dei Regno di Napoli e Viceré di Puglia, edificò la magnifica Certosa fiorentina. 

Nel febbraio del 1341 nel Capitolo di S. Maria degli Angeli a Firenze il banchiere procedeva alla stesura dell’atto legale per la costruzione della Certosa “a rimedio dell’anima sua e per la remissione dei suoi peccati”. Niccolò Acciaioli costituì come suoi procuratori Giovanni Boccaccio, Coppo Stefani e Ugolino Campi, affinché si interessassero al trasferimento dei beni da lui assegnati per la nascente Certosa, e ad altre importanti personalità del tempo.

Pochi giorni dopo i monaci dell’ordine Certosino presero possesso del primo nucleo dell’immobile della Certosa, che consisteva in un podere con case, colombaia, forno, corte, pozzo, vigna e terra lavorativa, mentre il nome del luogo passava da Montacuto a Monte Santo. Sebbene l’identità dell’architetto che la progettò resti ancora oggi ignota, è abbastanza certo che Jacopo Talenti partecipò a buona parte dei lavori.

Questa oasi di pace e bellezza risulta essere la 3° Certosa edificata in ordine cronologico di tutta la Toscana, regione che più di ogni altra accolse nel suo territorio queste costruzioni, conservandone ancora oggi ben 6: la più antica risulta essere quella di Maggiano (Siena), fondata nel 1314, seguita dalla Certosa di Farneta, presso Lucca, del 1340 e da quella fiorentina del 1341. Successivamente, sempre nelle vicinanze di Siena, vennero edificate le Certose di Pontignano e di Belriguardo, rispettivamente nel 1343 e 1345, e infine la Certosa di Calci vicino Pisa nel 1367.

Nel 1345 Niccolò scriveva che per la Certosa «Sarebbe durato in eterno il suo nome in quella patria dalla quale viveva lontano da molto tempo. (...) lo voglio che sia lo più notabile loco a tutta Italia» e «a tutte hore che io penso a dicto munisterio son da me fugate ire et malínconie». Il tempo sembra avergli dato in parte ragione.

Niccolò morì a Napoli l’8 novembre 1365 e, sebbene fossero passati già 24 anni dall’inizio dei lavori, la costruzione della Certosa e dell’annesso Palazzo degli Studi non erano ancora state ultimate. Seguirono numerosi interventi, modifiche e ampliamenti, che dal ‘400 si prolungarono per tutto l’800, conferendo all’edificio una struttura prevalentemente rinascimentale. Al 1300 risalgono invece il pianterreno dei Palazzo degli Studi, la parte muraria della Chiesa di San Lorenzo, le tombe degli Acciaioli e il corridoio, con i locali annessi, sotto il lato NordOvest dell’attuale costruzione.

Nonostante i numerosi saccheggi e trafugamenti subiti nel corso dei secoli, la Certosa conserva ancora bellissimi affreschi del Pontormo, che si rifugiò alla Certosa per sfuggire all’epidemia di peste che aveva colpito Firenze, alcune opere del Poccetti e del Perugino. Dopo esservi stati allontanati due volte nel corso dell’800, i Certosini abbandonarono definitivamente il monastero nel 1957 e l’anno successivo lo Stato affidò il complesso ai Monaci Benedettini Cistercensi della Congregazione di Casamari, rendendolo accessibile al pubblico..

Il maestoso complesso conventuale è così divenuto  un unico museo, splendido contenitore di opere d'arte databili dal XIV al XVIII secolo. Attualmente sono visitabili gratuitamente tutti gli ambienti del monastero: i Chiostri, le Celle dei frati, le Cappelle e la Pinacoteca.

Monastero della Certosa di Firenze
Ingresso gratuito

Via della Certosa, 1
Firenze-Galluzzo 
Sito ufficiale

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