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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

A San Donnino arriva il dragone: quando l'integrazione ispira l'arte | FOTO

Murale sulla scuola Vamba: ecco l'opera di Luca Zamoc su un bando del Comune di Campi

Cosa ci fanno un dragone, dei bambini, insieme agli adulti, su un muro di una scuola di San Donnino? L'animale ci rimanda facilmente alla cultura cinese, che lo considera simbolo di saggezza, potere e fortuna. Ma il resto dell'operazione ce lo racconta l'artista 33enne modenese Luca Zamoc, fra i vincitori del bando "Un altro mondo è possibile", frutto della collaborazione fra il Comune di Campi Bisenzio e la Fondazione teatro Carlo Monni, per 300 mq di pareti da riqualificare con i disegni dei writers. Un'idea che ha attirato opere di altri artisti noti nel campo, come DesX, Alleg ed Exit.

Luca, come nasce l'idea per la tua opera?
Il tema del bando era quello della sostenibilità e io l'ho declinato pensando di raccontare la relazione fra le culture, in questo caso l'integrazione con quella cinese che da queste parti ha avuto un impatto forte ed oggi è la quotidianità. Io ho concorso per il muro della scuola Vamba di San Donnino, che ha anche rapporti con la scuola cinese, perché simbolicamente mi interessava quel luogo.

Cosa significa il tuo murale?
E' un'opera creata sul contrasto tra la bellezza e la giocosità dei bambini e sulla leggerezza-pesantezza sul drago cinese che scorre su tutto il campo. Si chiama "Enter the dragon": l'entrata del dragone rappresenta il momento in cui una cultura molto forte e preponderante si fa sentire. E' un momento estremamente sensibile perché le persone si accorgono forzatamente di questa presenza ed è spesso difficile da sostenere: ogni cultura prende il suo spazio, ha la sua forza.

E come raffiguri tutto ciò?
L'opera illustra il modo in cui i bambini, in realtà, non portano alcun peso intorno a questa convivenza, che diventa un gioco. L'opera è giocata su quanto il contesto sia pesante per gli adulti e naturale per i bambini. Per questo raffigura bambini sproporzionati, grandi rispetto agli adulti che per questo vengono schiacciati, mentre il drago, che rappresenta la cultura, è ovunque.

"Enter the dragon": la realizzazione dell'opera

Che messaggio intendi dare?
Dobbiamo farci insegnare dai bambini come si fa a vivere questa integrazione: un modo spensierato. Il mio non vuol essere assolutamente un giudizio su come la vivono i campigiani, è una situazione applicabile in qualsiasi contesto simile. Tra l'altro io non sono toscano e non mi permetto di giudicare, ma sicuramente l'immigrazione cinese fu uno shock per questa comunità. Ho voluto solo sottolineare che bisogna affidarsi a chi istintivamente non si sente diverso, cioè i bambini. Le nuove generazioni faranno fiorire questa amalgama di cultura: concentriamoci sulla bellezza di questa cosa, su questo seme che sta sbocciando.

Da quanto tempo disegni?
Disegno da quando sono nato, sono autodidatta. Ho coltivato questa passione fino a quando, subito dopo le superiori, ho capito che dovevo seguire questa strada. Grazie ad una borsa di studio sono potuto andare a Milano a studiare alla Nuova accademia delle belle arti, con indirizzo grafico. A Milano a conoscere persone, a parlare inglese. Ho capito subito che il grafico non lo volevo fare e ho iniziato a viaggiare, dipingere muri, che è diventato il mio lavoro.

Quanti murales hai realizzato?
Ho perso il conto. Il muralismo è l'espressione artistica che mi interessa di più: ogni muro è un viaggio. E soprattuto è un lavoro molto fisico e vivi le relazioni con le persone, non ti rinchiudi in una stanza. In più oggi insegno al Polimoda a Firenze, ed ecco perché è stato facile il contatto con Campi.

Ma è vero che l'opera è stata ultimata negli stessi giorni dell'anniversario della nascita della Repubblica popolare cinese?
Sì, ma è una mera coincidenza. Niente di più.

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