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Cronaca

Scuola Marescialli, giudici: Denis Verdini sapeva del quadro corruttivo

Le motivazioni della condanna decisa a Roma il 17 marzo scorso

"Le prove acquisite depongono per la piena conoscenza" di Denis Verdini "dell'intera vicenda della Scuola dei Marescialli e della natura corruttiva dei rapporti intercorsi tra gli imprenditori Riccardo Fusi e Francesco De Vito Piscicelli da un lato e il presidente del consiglio nazionali lavori pubblici Angelo Balducci e Fabio De Santis, provveditore interregionale delle opere pubbliche per la Toscana, dall'altra". Così scrivono i giudici della VII sezione penale di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui il 17 marzo scorso hanno condannato il senatore Verdini a due anni di reclusione.

Nel documento di trenta pagine i giudici scrivono che "Verdini conosceva perfettamente la volontà di Fusi di rientrare nel cantiere della Scuola dei Marescialli di Firenze con la sua Btp" e per questo "si è speso incessantemente con il ministro Altero Matteoli per ottenere provvedimenti che conducessero alla sospensione dei lavori condotti al momento dall'Astaldi e il rientro della Btp anche grazie alla nomina di De Santis a provveditore interregionale delle opere pubbliche per la Toscana".

I giudici di Roma ricostruiscono la vicenda, che risale al  2008, affermando che i rapporti tra Verdini e Fusi, condannato anch'egli a due anni per la stessa storia, "non erano affatto episodici ed ispirati a forme di aiuto del vecchio amico di infanzia in difficoltà, ma siano tipici di una comunanza di interessi attuale e che va ben oltre il favore che l'uomo politico può fare per consolidati rapporti di amicizia e di colleganza politica".
 

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