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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Polemica Marchionne: 'piccola e povera', tre fiorentini a confronto

Dopo le parole dell'Ad di Fiat in città, dopo la levata di scudi, si è acceso il dibattito. Così abbiamo messo a confronto le opinioni di Guccio Gucci, Franco Zeffirelli e Piero Pelù

Firenze è o non è una città “piccola e povera”? La domanda ha il gusto della retorica soprattutto se letta a polmoni aperti. Da qui, Firenze, tutto cambia. Da qui l’Europa di sei secoli fa, quindi l’uomo, intraprende il cammino della modernità. Si chiama Umanesimo, poi Rinascimento. Parole che nascono in queste strade e rendono bene l’idea dello scrigno culturale racchiuso nella terra di Dante. Un esempio a caso, la prospettiva, e a chi piacesse il gioco degli elenchi il divertimento sarebbe lunghissimo. Firenze incarna l’uomo di oggi. È semplicemente la storia a smentire le parole di Marchionne.

Allora andiamo fuori tema, con l’idea che la critica, quella rigorosa, fa bene e proviamo a leggere quel ‘piccola e povera’ affiancandolo ai nostri giorni. Per far questo c’è da togliere di mezzo l’orgoglio per prendere i due aggettivi in un altro verso, in quello delle polemiche che quotidianamente riempiono le pagine dei giornali locali. In questo caso il gusto della faccenda aprirebbe uno spaccato cittadino che pur esiste, da anni: povertà di contenuti, pochezza economica, provincialismo. Nessuna polemica e di certo non è questo il caso: se un amministratore delegato della Fiat se la prende con una città il discorso sfonda la porta della politica. È naturale. Ma se dal nazionale rientriamo al locale, se riportiamo tutto dentro le mura di casa, cosa ne vien fuori? Questa città può raccogliere la sfida della provocazione sociale e culturale? Da più parti, da più anni, non è difficile imbattersi in voci che insistentemente tratteggiano una Firenze seduta, vetrina, polverosa come un salotto sprangato, silenziosa come un museo a cielo aperto. Intoccabile, quindi immobile. Protetta dentro una campana di vetro, senz’aria. Per questo in molti hanno l’esigenza di intraprendere un dibattito vivo e vero. Così in questa pagina offriamo tre letture differenti del caso Marchionne-Renzi-Firenze, a cominciare da una posizione fuori dal coro, quella di Guccio Gucci.

GUCCI – “Marchionne si è espresso con toni un pochettino bischeri, come si direbbe a Firenze, ma non ha tutti i torti nel dire che la città si è impoverita e degradata”. Queste le parole dell’erede della dinastia Gucci e azionista della società 'TO BE G', dal 2008 brand d’eccellenza fiorentina nella produzione di borse di lusso e accessori. Per l’imprenditore fiorentino c’è anche il tempo per una tirata d’orecchie al sindaco Renzi: “Ha completamente abbandonato la città a se stessa, lasciandola in balia di kebab, ambulanti irregolari e orde di turisti rumorosi e molesti che invadono un centro storico che rischia, in questo modo, di perdere il primato dell'orgogliosa tradizione artistica italiana che l’ha reso unico e famoso nel mondo”.  “Firenze è una città grande a prescindere dai metri quadrati e ricca per quello che è, per quello che è stata e per ciò che rappresenta. Ma – conclude – è una città sporca, trasandata, abbandonata, piena di tutto ciò che ‘non è Firenze. Meriterebbe molto di più per la sua storia, l’arte, la cultura”.

ZEFFIRELLI – Da un storico imprenditore al celebre regista Franco Zeffirelli che, come suo solito, da buon fiorentino, non le manda a dire: “Marchionne? Uno stupido e un maleducato che si copre di ridicolo”, ha dichiarato a La Zanzara su Radio 24. “Poveretto non sa neanche lui quello che dice, si copre di ridicolo. Un uomo in quella posizione non può spingersi su questi sentieri ridicoli. Dire male di Firenze è come parlar male della Madonna”. Poi aggiunge ironicamente: “Non ho mai avuto una macchina Fiat”.

PELU’ – Moda, cinema, e infine musica. Così è la volta di Piero Pelù, che da un colpo alla botte e uno al barile: ovvero uno a Marchionne l’altro a Renzi (su chi sia la botte o il barile decidetelo voi). “Povera Firenze e poveri noi fiorentini – sottolinea Pelù – che ci troviamo in mezzo al fuoco incrociato di due personaggi tanto rampanti quanto inconcludenti della vita politica ed economica italiana: in questo momento sembrano fare la sceneggiata degli opposti ma, come tutti gli opposti, si assomigliano”. Per il cantante, “Firenze è bistrattata nei fatti da un sindaco Renzi sprecone, piacione e ‘parolaio’ che in campagna elettorale aveva promesso la solita formulina-del-mari-e-monti per accontentare e abbindolare tutti, consegnando di fatto oggi la città ad uno stato di deriva culturale e ambientale senza precedenti. Renzi il rottamatore diventato sputtanatore”. Renzi, colpito e affondato. Ora è la volta di Marchionne: “Firenze bistrattata anche dalle parole dell’amministratore delegato della Fiat Marchionne il quale oggi si arrampica sugli specchi per tentare goffamente di rimediare al suo autogol clamoroso ma che sorvola sempre sulle sue responsabilità riguardo al disastro progettuale e umano dell’azienda di cui è a capo. Marchionne, un altro sputtanatore di risorse, un altro uomo dei sogni con il naso lungo”. “Sicuramente – conclude Pelù – da domani i due Pinocchi ritroveranno una convergenza di intenti e di punti di vista, senza se e senza ma che permetterà ad ambedue di continuare a divertirsi alle spalle dei fiorentini e degli italiani che non si possono permettere di vivere nel loro mondo dei balocchi”. E voi con chi state? Chi ha ragione? A voi la scelta
 

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