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Cronaca Scandicci

Scandicci, sciopero dei servizi educativi: "Adesione altissima. No al privato, l'istruzione resti pubblica"

Agitazione indetta dai sindacati contro la chiusura della scuola Makarenko e la riduzione della gestione comunale diretta negli asili

Altissima adesione allo sciopero di oggi delle lavoratrici e dei lavoratori del sistema dei servizi educativi del Comune di Scandicci, indetto dai sindacati Fp Cgil, Uil Fpl e dalla Rsu del Comune contro la chiusura della scuola Makarenko e contro la riduzione della gestione comunale diretta dei servizi alla prima infanzia 1-6 anni, con quella che i sindacati definiscono una “esternalizzazione di fatto”.

“Siamo in piazza per ribadire che qualunque ipotesi di riorganizzazione dei servizi educativi, sulla quale siamo pronti a discutere, non può prescindere dal servizio pubblico. L'educazione dei bambini è essenziale e deve restare nell'ambito della sfera pubblica”, spiega Giovanni Iorio, della Fp Cgil.

“Non si deve parlare di chiusure di scuole che hanno un ruolo di prestigio e di valore per questa comunità”, aggiunge il sindacalista, con ovvio riferimento al caso della Makerenko, una scuola appunto destinata ai bimbi dagli uno ai sei anni e destinata dal Comune alla chiusura, nell'ottica di un trasferimento del servizio nel polo educativo ampliato 1-14 che sorgerà a San Giusto.

Un'operazione che però, denuncia il sindacato, “finisce di fatto per favorire l'esternalizzazione di alcuni servizi a vantaggio del settore privato, con un peggioramento della qualità sia delle condizioni di lavoro che dei servizi offerti”.

Al presidio in piazzale della Resistenza, di fronte al Comune, c'erano anche i genitori dei bambini della Makarenko, che da tempo si battono contro la chiusura, che pare però ormai scontata. “L'adesione allo sciopero è stata altissima – spiegano i sindacati -. Hanno aderito 68 lavoratrici e lavoratori su un totale di 70 impiegati a Scandicci”. Nelle prossime settimane non si escludono nuove forme di proteste. “L'amministrazione – chiede Iorio -, si fermi e ascolti la voce di un'intera comunità”.

La catena umana per la Makarenko

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