rotate-mobile
Cronaca

Scandalo Parcheggi, al via gli interrogatori. Corte dei Conti e Anticorruzione piombano sul caso

L'avvocato di Jacopo Vicini: "Mai chiesti voti in cambio di alcunché"

Sono iniziati in procura a Firenze gli interrogatori delle persone indagate – ma non sottoposte a misure cautelari -  nell'ambito dell'inchiesta “Free parking Sas&Co” che nei giorni scorsi ha portato gli agenti della polizia municipale guidata dal commissario Alberto Frati, a scoperchiare lo “scandalo parcheggi” in città.

Gli interrogatori sono condotti dalla polizia giudiziaria e dal magistrato titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Paolo Barlucchi. Domani, giovedì 16 gennaio, inizieranno invece gli interrogatori di garanzia del giudice per le indagini preliminari Angelo Antonio Pezzuti che riguardano gli indagati finiti in carcere, ai domiciliari o sottoposti a misure interdittive. Tra questi spicca Nicola Raimondo, il capo dei vigilini Sas finito in carcere due giorni fa. Gli interrogatori andranno avanti per una settimana.

Intanto la procura ha segnalato quanto emerso dall'inchiesta sia all'Anac, cioè all'autorità nazionale anti corruzione, sia alla Corte dei Conti. Quest'ultima metterà sotto la lente, in particolare, i reiterati episodi di assenteismo dal lavoro di cui si sarebbero resi responsabili gli ausiliari della sosta finiti sotto indagine. Ma anche, naturalmente, l'evidente danno di immagine per l'amministrazione pubblica, patito a causa delle condotte degli indagati.

Sul coinvolgimento nell'inchiesta di Jacopo Vicini, è intervenuto nel frattempo l'avvocato Luca Bisori, legale difensore del funzionario dell'ufficio segreteria del sindaco. “Al mio assistito è stato notificato un atto con cui l'autorità giudiziaria ha chiesto la consegna di atti e documenti riferibili a rapporti intrattenuti con un dipendente della società Sas, Nicola Raimondo – ha spiegato Bisori - il mio assistito ha spontaneamente consegnato agli inquirenti alcuni documenti che erano nel proprio Ufficio in Palazzo Vecchio, nonché la stampa di alcune mail col Raimondo”.

“E’ stato altresì consegnato un telefono cellulare in uso a Vicini – ha proseguito Bisori - di cui è stata spontaneamente fornita ogni password. Nessun ulteriore atto giudiziario è stato compiuto nei confronti di Vicini. Tra le mail consegnate agli inquirenti spicca una serie di comunicazioni con le quali il dottor Vicini ha segnalato a Raimondo problematiche inerenti la gestione della sosta, sollecitandolo a porvi rimedio, nell’ordinario svolgimento delle proprie funzioni istituzionali”. Nel mirino degli inquirenti sarebbero finite, in particolare, le chat del funzionario.

“Quanto alla contestazione che si muove a Vicini – conclude Bisori – ovvero la consegna di due biglietti di un concerto, in cambio dei ‘voti alle elezioni’, il mio assistito intende precisare che egli non ha mai chiesto il voto ‘in cambio’ di alcunché, e nemmeno di due biglietti di un concerto, non è mai stato candidato a nessuna carica elettiva comunale, non era candidato in nessuna lista al momento dei fatti”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scandalo Parcheggi, al via gli interrogatori. Corte dei Conti e Anticorruzione piombano sul caso

FirenzeToday è in caricamento