Firenze, Santa Maria Novella chiusa per cena privata
Lo storico dell'Arte Tomaso Montanari attacca la gestione dei beni storici per eventi privati
La newyorchese Morgan Stanley accoglierà i suoi ospiti per una cena esclusiva nella trecentesca sala degli Spagnoli in Santa Maria Novella a Firenze, già luogo deputato da Eleonora di Toledo all'incontro con le rappresentanze ispaniche. Luogo centrale e mistico nel quale si concludono e completano le visite turistiche all'interno della storia fondante dell'ordine storico di San Domenico.
"Il vicesindaco e reggente Dario Nardella - scrive Tomaso Montanari su Il Fatto - ha tenuto segreto l'evento concesso in una location parte integrante del percoso museale di competenza comunale per un rimborso di 20mila euro"
"La precipitosa e silenziosa organizzazione della serata - scrive sempre Montanari - gestita direttamente da Lucia De Siervo, responsabile della Direzione cultura di Palazzo Vecchio e membro del cerchio magico renziano, potrebbe comportare la temporanea chiusura della chiesa di Santa Maria Novella, e obbligherà a collocare le cucine in un chiostro del convento ancora di proprietà dei frati, all 'oscuro di tutto".
Uso commerciale del patrimonio artistico. "Vista la grottesca esiguità del canone - prosegue lo storico -, è evidente che il vero movente è piuttosto quello di disporre di queste location per costruire e consolidare la rete dei rapporti politici ed economici del gruppo dirigente renziano, assai proclive a frequentare la
più spregiudicata finanza internazionale".
"Nessuno deve ritenere i beni della terra come propri, ma come comuni, e dunque deve impiegarli per sovvenire alle necessità degli altri" è una massima di Tommaso D'Aquino che il Montanari usa a corredo della scenografia presente nel Cappellone degli Spagnoli intriso di intransigenza contro il lusso sfrenato.
"Chi crede nel marketing dovrebbe interrogarsi sulla ridicola entità degli utili, e chi immagina che questa
privatizzazione sia la via del futuro dovrebbe farsi qualche domanda sulla mancanza di trasparenza. Gli unici che in nessun caso avranno dubbi sono i pochissimi che ci guadagnano: questo è certo" conclude lo storico.