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Cronaca

Rossella Corazzin, scomparsa a 17 anni nel 1975: “È stata uccisa dal mostro di Firenze”

Pubblicati stralci della relazione finale della commissione antimafia sul giallo. I (presunti) risultati choc: “Tra i responsabili della morte neonazisti, massoni deviati e il serial killer delle coppiette”

Aveva solo 17 anni Rossella Corazzin, quando scomparve nel nulla a Tai di Cadore, nel Bellunese, dove era in vacanza con i genitori, dopo aver lasciato delle lettere nelle quali accennava al fatto di aver conosciuto un certo "Gianni". Era l'estate del 1975 e da allora, da quel 21 agosto in cui uscì da sola per andare a fare una passeggiata tra i sentieri montani - di lei non si è più avuta traccia.

Dopo più di 45 anni, tuttavia, emergono nuovi dettagli sul giallo, resi noti dal Corriere del Veneto che ieri ha diffuso alcuni stralci della bozza della relazione finale della Commissione bicamerale Antimafia, che verrà resa nota nei prossimi giorni e che spiegherebbe come la ragazza di San Vito al Tagliamento sarebbe stata uccisa. Nell'omicidio, secondo quanto emergerebbe dalla relazione, sarebbe coinvolto anche il cosidetto 'mostro di Firenze'.

La Commissione bicamerale Antimafia ha infatti ripreso e dettagliato la ricostruzione dei fatti fornita sulla vicenda da Angelo Izzo, il "mostro del Circeo". Fu lui, infatti, nell'agosto e nel dicembre 2016, con le sue dichiarazioni a far riaprire il caso Corazzin, che poi venne archiviato dalla procura di Perugia giudicando la sua versione inattendibile.

Ma secondo la bozza della relazione finale della Commissione i fatti raccontati da Izzo non possono essere semplicemente liquidati come non credibili. Nelle conclusioni, si legge che nelle parole di Izzo "emergono riferimenti che non hanno trovato smentita".

Il caso Corrazzin, riaperto a Belluno e richiuso a Perugia

Sei anni fa Izzo, uno dei tre stupratori omicidi noti come “mostri del Circeo” che in carcere sta scontando due ergastoli, in alcune dichiarazioni ricevute dal procuratore di Belluno sostenne che Rossella fosse stata sequestrata da una banda di stupratori, portata sul lago Trasimeno, violentata e uccisa. Non dissimilmente da quanto accaduto nel 'massacro del Circeo', quando il sodalizio criminale composto da Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira rapì due ragazze, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti: la prima fu uccisa, la seconda subì torture e violenze ma riuscì a salvarsi e depose contro i carnefici in uno storico processo.

Il procuratore di Belluno, sentito Izzo, trasmise ai giudici di Perugia il fascicolo con le dichiarazioni di Izzo: “Nelle dichiarazioni Angelo Izzo ha dedicato poche parole alla vicenda di questa ragazza ma ha dato riferimenti su data della scomparsa e luogo dell’uccisione, da far ritenere che sia effettivamente lei”, precisò il procuratore. “Mi è parso sincero ed effettivamente trovammo dei riscontri: sapeva dettagli che poteva aver appreso solo da chi aveva direttamente partecipato ai fatti”.

Alle parole di Izzo ci sarebbe stato anche un riscontro, la testimonianza di una donna che disse di aver visto Rossella Corazzin a bordo di una jeep Land Rover il 21 agosto 1975, giorno della scomparsa. Rossella, secondo le dichiarazioni del massacratore del Circeo, sarebbe stata tenuta prigioniera almeno due settimane in una villa sul Lago Trasimeno, dove sarebbe stata violentata e uccisa. La circostanza che il gruppo criminale sarebbe stato presente in quell’epoca a Cadore - Izzo ha detto che erano in vacanza - avrebbe un ulteriore riscontro nel fatto che la famiglia di un componente del gruppo aveva una villa a Cortina d’Ampezzo.

Il riferimento a Francesco Narducci

"Dal racconto emergono elementi – si sottolinea nella relazione della Commissione antimafia – che non hanno trovato smentita, specie per quanto riguarda il medico perugino e la sua villa sul Trasimeno". Il riferimento sarebbe al gastroenterelogo di Foligno Francesco Narducci, sulle cui relazioni con gli ambienti fiorentini e con i delitti si è a lungo indagato, sia a Perugia che a Firenze, scoprendo che lo stesso - lo mette nero su bianco la gip De Robertis - è stato ucciso e il suo cadavere sostituito. La villa sul Trasimeno in cui sarebbe finita la Corazzin, di cui parla Izzo, sarebbe stata la sua.

Lista Izzo

Il caso Corazzin nella relazione della Commissione d'inchiesta

Il lavoro d’inchiesta della commissione che si è sciolta con le Camere e che era presieduta da Nicola Morra (mentre la relazione sulla Corazzin è stata coordinata dall’avvocata Stefania Ascari del M5s), era iniziato interrogando in carcere, nel 2021, proprio il pluriomicida Angelo Izzo, ed era proseguito cercando riscontro alle sue presunte rivelazioni.

Secondo Izzo,  il "Gianni" di cui scriveva Rossella sarebbe stato proprio Gianni Guido, altro responsabile del massacro del Circeo, e al delitto parteciparono diverse persone, almeno una decina.

Queste persone si sarebbero alternate per giorni nella villa di San Feliciano a Magione messa a disposizione proprio da Narducci, il quale sarebbe appartenuto al gruppo esoterico-massonico della "Rosa Rossa" (una suggestione 'lanciata' oltre 20 anni fa da una defunta scrittrice romana ritenuta legata ad ambienti dei servizi) e a quello satanico-nazista dei "Nove Angoli", dedito anche ai sacrifici umani.

Proprio in quella villa dei Narducci, Rossella Corazzin sarebbe stata trasferita dopo il rapimento nel Bellunese (e una tappa intermedia a Riccione), sottoposta a un rito satanico, violentata e infine uccisa.

Il collegamento Narducci-Corazzin

Ma cosa collegherebbe precisamente Narducci alle montagne venete da cui Rossella scomparve? "Una casa di villeggiatura che lui aveva in Cadore, questo significa che bazzicava quelle zone", ha spiegato la deputata Ascari. Oltre a Gianni Guido, che in quei giorni si trovava in vacanza a Cortina.

"Lui ora vive in un’altra dimensione – prosegue – molto distante dagli ambienti estremisti, e nega tutto. Ma noi non possiamo non notare le similitudini delle due vicende: Corazzin e Circeo, anche solo per la brutalità dei modi".

Toccherà alla futura Commissione antimafia il compito di proseguire il lavoro di indagine.

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